I Demolition Hammer sono un gruppo proveniente da Nuova York -inizialmente un terzetto e dal 1988 un quartetto- che dopo un periodo corrispondente all'incirca ad un biennio (1986-1987) a nome Overlord, nel 1987 medesimo decide di mutare nome e, l'anno successivo, di dare alla luce il primo demo, intitolato Skull Fracturing Nightmare, composto da quattro canzoni.

L'elemento musicale centrale è essenzialmente il thrash metal, accompagnato da un raggio di influenze più o meno variegate, che non modificano radicalmente il principio cardinale. Il primo brano, Downwind Death, presenta suggestioni hardcore punk -genere senza dubbio conosciuto dal complesso nuovaiorchése -, evidenti soprattutto in alcune sezioni di chitarra e nella voce di James Reilly (è l'unico pezzo nel quale egli canta), nonché certi spunti collegabili alle manifestazioni primigenie del death metal, essendo tuttavia questi ultimi dei tratti minoritarî nell'insieme.
Esse non sono tuttavia le sole costituenti ad accompagnare la componente musicale preminente dei Demolition Hammer; la seconda canzone, Corpse Content (Happy Death), si distingue maggiormente dal resto del demo per essere denotata da un corpus speed metal, nella cui seconda parte spuntano brandelli chiaramente richiamanti il black metal di prim'ondata, del quale Bathory e Sarcófago sono solo due esempî tra i varî. Il terzo ed il quarto brano, rispettivamente Assault of the Hammer e Cataclysm, sono pezzi in cui emerge più tipicamente il thrash metal, in particolar modo per quanto riguarda i riffs della chitarra del Reilly.

Nonostante siamo andati nominando altre influenze, questo demo dei Demolition Hammer rimane ascrivibile ai quadri complessivi del thrash metal, sebbene sia distanziato dalla media dei gruppi americani dello stesso genere a causa di una maggiore crudezza e violenza; il suono della chitarra (qui una, a partire dal secondo demo, due, per poi tornare ancora ad una in occasione dell'album Time Bomb) è indubbiamente e volutamente -secondo la pungente produzione -grezzo, nonché cupo e, in un certo senso, ribassato. Il basso suonato da Steve Reynolds è chiaramente udibile e aggiunge presenza al tappeto sonoro, così come la stessa voce del Reynolds risulta abrasiva e ringhiata, collocandosi pertanto su quella che è l'usanza tipica per quanto inerisce ai gruppi thrash metal più estremi; essa va differenziandosi dal cantato del Reilly nel primo brano, che segue uno stile maggiormente improntato allo hardcore punk. Ritmicamente, i Demolition Hammer non sono, nel demo in quistione, veloci come nelle uscite successive (sempre ad eccezione di Time Bomb): l'unico brano veramente rapido è l'ultimo, Cataclysm -il solo ad essere ripreso, in una versione più aggressiva, nel primo album -, in cui il tupa tupa è decisamente riscontrabile, laddove nelle prime tre canzoni sono i tempi medî ad essere preponderanti, affiancati da minoranze costituite da qualche sparuto rallentamento.
Ad ogni modo, qui si inizia ad intravvedere la direttrice seguita dal complesso: questo, negli anni successivi, sarebbe andato rendendo sempre più brutali ed impetuose le proprie sonorità, già a principiare dal demo successivo del 1989, complice la dipartita del batterista John Salerno e l'arrivo di Vincent Civitano, superante il primo sia per violenza che per abilità; in questa plasmazione del thrash metal, divenuto poi thrash/death metal, la durezza e l'aggressività si accompagnano ad una certa articolazione delle partiture musicali, con il complemento organico di sezioni che, sebbene meno lineari -e nel demo in quistione giusto abbozzate -non vanno mai a scadere in ampollosi bizantinismi ed inutili complessità.

Pare non di poco momento esprimerci anche sulle liriche. Va detto che, al 1988, le correnti principali della liricalità del dominio del metal sono composte, prevalentemente, da quattro tipi, in certa misura confinanti l'uno con l'altro. Un primo tipo è dato da quei testi andanti a riguardare quanto è generalmente edonico, comprendente certe esaltazioni di un ideale di "libertà" -sia pure esso in senso inferiore, raffazzonato e considerato da prospettive spurie, telluriche e sub-telluriche -, di sessualità orgastica ed orgiastica, di consumo di stupefacenti e dei relativi effetti, talvolta di profilo onirico (possono essere presenti suggestioni rientranti nella seconda categoria lirica), talvolta grossolanamente godereccio. Questa categoria confina in parte con il secondo tipo, che per comodità definiamo "mistico-occulto": si hanno testi di carattere primariamente anti-cristiano, anche, ma non solamente, satanico e, convenzionalmente, denominabile appunto come "occulto". Torna la sessualità, stavolta trattata da prospettive distinte, con connotati misticheggianti e ritualeggianti; non sono rari temi inerenti lo horror, sia esso letterario o cinematografico, la devastazione e la morte, affrontate da varie ottiche, in più di un caso differenti le une dalle altre. Un terzo tipo viene costituito da quei testi di "carattere sociale" -anche qui si rilevano punti di vista spurî, tipici dello sfaldamento interiore dell'era del kâlî yuga -evidentemente mutuati dallo hardcore punk, nel genere metal riscontrabili soprattutto in quello che è il thrash metal. Il quarto ed ultimo tipo, dei principali che qui abbiamo brevemente descritti -al 1988 -,si compone di liriche epiche, incentrate sulla guerra, ma in senso metafisicamente più alto rispetto ai testi dalle pretese "sociali" di carattere ctonio e sub-personale summentovati. Si constatano anche argomenti di genere fantasy e più generalmente epici; in certe circostanze si scorgono smorti cenni, seppur oramai terminali, di metafisica uranico-solare.

I Demolition Hammer, liricamente, possono essere inquadrati nel secondo tipo, con un'accezione orrorifico-tanatologica, ove le pretese di critica "sociale" permangono confinate esclusivamente al primo brano.
Dalla seconda canzone a detenere l'egemonia sono testi inerenti la morte e la devastazione (il testo di Cataclysm riguarda una distruzione in seguito a "disastro" ambientale), ai quali si fa fronte in modo particolare, perlopiù distaccato, con sconfinamenti nel sadismo, quasi vi fosse uno sguardo demiurgico, semi-divino -o anche divino -, in direzione alto-basso; l'utilizzo di un lessico ricercato e un'ampia scelta di termini inglesi di registro colto danno ulteriore rilievo all'aura di aristocratico ed imperioso cipiglio condotto da posizione sopraelevata, sprezzante e schernente. Non sono molti i gruppi che ci vengono alla mente per poter essere accomunati a tali tratti di liricalità, al 1988: il nome principale è, fino ad un certo segno, dato dagli Slayer (si pensi ad esempio ad alcuni componimenti negli album Hell Awaits e Reign in Blood).

Veniamo infine al giudizio e premettiamo quella che è la nostra posizione. Il metal, ed i generi nel quale esso si divide, siano essi allo stato puro o allo stato di mescolanza, presentano degli spazî per poter esprimere la propria possibilità, circoscritti a limiti ben precisi. La grandezza di un gruppo non consiste nell'andare fuori da tali limiti (ricordiamo, la consapevolezza del cosmo gerarchicamente ordinato, dell'ideale classico della forma e del limite sono caratteristiche ben chiare e presenti nell'essenza dei popoli ariani, basti pensare, tra i varî, agli Indoariani, agli Ario-Iranici, agli Elleni, ai Dori, ai Romani), poiché è nell'uscita da essi che si sconfina nell'ammasso caotico, nell'indifferenziato, nell'atomismo, nella promiscuità; la vera qualità risiede invece nell'eternalizzare vibrazioni superiori con creatività e personalità, rimanendo appunto nei limiti artistici che il metal -così come altri generi -presenta.

Da queste considerazioni, il nostro giudizio riguardante il demo Skull Fracturing Nightmare dei Demolition Hammer è assolutamente positivo, poiché il gruppo ha ampiamente mostrato di saper unire l'estro compositivo alla durezza, in questo caso plasmando il thrash metal -successivamente thrash/death metal -in senso brutale e violento da un lato, raffinato e senza cadute di stile, nonché articolato, dall'altro. Per questo assegniamo il massimo dei voti all'opera e la raccomandiamo a chiunque la volesse ascoltare.

Formazione:

James Reilly - chitarra, voce
Steve Reynolds - basso, voce
John Salerno - batteria

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