Nel 1983 i Demon pubblicano "The Plague", il loro terzo album dopo gli ottimi "Night Of The Demon" e "The Unexpected Guest".
Rispetto agli album precedenti, caratterizzati da un heavy metal potente ma melodico, la band opta per uno stile più progressive, anche se la vena hard'n'heavy è comunque molto evidente.
L'album è aperto dalla title-track, che dopo una breve intro di tastiera mette in mostra le caratteristiche di tutto l'album, un hard rock melodico con delle sezioni orecchiabili ed altre più pesanti. Sono inoltre notevoli gli intrecci chitarra-tastiera e l'ottima prova vocale di Dave Hill, a mio modesto parere, una delle voci heavy più belle e sottovalutate di sempre. Alla title-track segue "Nowhere To Run", in cui la band tenta di suonare un malinconico AOR, con risultati sorprendenti.
Nonostante la bellezza di queste canzoni, la song più bella del disco è molto probabilmente la seguente "Fever In The City", ballad struggente dalla durata di oltre sette minuti caratterizzata da lievissime sfumature psichedeliche. Degno di nota il finale con tastiere e chitarra al centro dell'attenzione. A "Fever In The City" seguono "Blackheath", divisa in due parti e caratterizzata da un hard rock più potente, e "The Writings On The Wall", che ricalca lo stile del precedente album "The Unexpected Guest".
A chiudere l'album ci sono due canzoni di genere abbastanza diverso tra loro. La prima è la ballata psichedelica "The Only Sane Man", che ricorda molto da vicino i Pink Floyd del periodo di The Wall. Come al solito anche in questa canzone Dave Hill, forse qui all'apice della sua espressività, ci regala una grande prestazione vocale. L'ultima canzone vera e propria è "A Step Too Far", che si contraddistingue per il suo hard rock solare ed energico. Questa canzone ci fornisce la migliore prova dell'album da parte del chitarrista Mal Spooner, che suona tre assoli lunghi e virtuosi intermezzati da due strofe di cantato.
A chiudere l'album c'è una breve outro che riprende il tema di tastiera della title-track.
In definitiva ci troviamo di fronte al più bel disco di una band tra le migliori della New Wave Of British Heavy Metal, che nel corso della sua carriera ha fatto davvero pochi passi falsi, cosa molto rara in ambito hard'n'heavy. Certo, una caduta di qualità c'è stata in seguito alla morte del chitarrista Mal Spooner (1985), ma i Demon passeranno comunque alla storia per aver sfornato meravigliosi capolavori come i primi quattro dischi.
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