Questo film è talmente una merda gigantesca e profumata che recensirlo seriamente equivale a fare il gioco suo (perché il film fa sul serio). Ma io non ci casco e faccio la spia, raccontando la trama, scevra dalla fascinazione degli effetti speciali dell’anima de limortacci sua e così lo metto a nudo e vaffanculo, te la sei cercata.

Com’è come non è un bel giorno arrivano gli alieni.

12 astronavi in 12 punti diversi nel mondo.

450 mt di lunghezza, a forma di supposta affusolata.

Arrivano e se ne stanno a mezz’aria senza fare niente. Incombono.

Gli americani chiamano una giovane traduttrice LOUISE affinchè possa comunicare con gli alieni.

Lei comunica con loro scrivendo su un cartello come in una vecchia canzone di Bob Dylan.

Gli alieni per comunicare fanno dei disegnini sulla loro lavagna di nebbia.

Gii alieni sono due e si chiamano GIANNI E PINOTTO. Sono molto grandi, sono delle piovre elefanti, mezzo ritardati.

Scrivono coi tentacoli, il tentacolo si apre a fiore ed al centro c’è un bucio di culo (non sto scherzando) che spruzza un inchiostro nebbioso e fa i disegni.

I disegni sono tutti uguali.

Sono dei cerchi ma lungo la circonferenza ci sono delle increspature.

Lei traduce subito, che ci vuole diosanto. Ah, c’è anche un matematico insieme alla traduttrice ma non serve a niente, fa tutto lei, lui è il suo galoppino. Lui fa giusto la camminata nel gioco dei mimi davanti agli alieni quando lei scrive sul cartellone LUI CAMMINA.

Ad una certa i cinesi sbroccano e pure i russi mezzo sbroccano e vorrebbero attaccare gli alieni, così a buffo. Gli americani, che nel film sono buoni, invece no.

Alla fine gli alieni le dicono a lei (ormai se la intendono di brutto, si danno pure il cinque) LOUISE TU HAI IL DONO! Lei CAPISCE, fa una telefonata in cinese al capo dei cinesi e diventano TUTTI AMICI IN UN ATTIMO.

Il tutto al costo di un buffo con gli alieni che pagheremo tra 3000 anni.

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