Wajdi Mouawad è nato in Libano nel '68 ma nel '78 emigra con la famiglia in Francia e successivamente nel '83 si stabilisce in Canada dove nel '91 si diploma c/o la Scuola Nazionale Di Teatro.

In breve, tra le moltissime cose scrive anche una quadrilogia per il teatro imperniata sull'eredità e dal secondo testo del 2003 intitolato “Incendies” il regista Denis Villeneuve prenderà lo spunto per girare liberamente nel 2010 un film con lo stesso titolo (da noi intitolato invece “La donna che canta”).

La trama del film si può riassumere nel lascito erditario di una madre (Nawal), ex segretaria di un notaio in Canada, a due gemelli (un ragazzo e una ragazza) ad una condizione, che rintraccino e consegnino ognuno una lettera, una al loro padre ed una al loro fratello che essi non hanno mai conosciuto, il padre perchè creduto morto ed il fratello che non sapevano d'avere, scopriranno che Nawal è famigeratamente conosciuta, sia come la prostituta 72 che come la donna che canta.

Inizia così un lungo viaggio verso un paese mediorientale (che ha passato anni di guerre intestine, verosimilmente come il Libano), e nel frattempo si vengono a conoscere gli episodi che han portato Nawal a vivere un'esistenza del tutto sconosciuta ai figli, il tutto condito da un qualcosa che richiama la tragedia edipica.

Con questo film dove la verità ha un sapore amarissimo, mitigato solo dal finale che vuol essere una dichiarazione d'amore alla vita, DV ha rischiato giustamente di beccarsi un Oscar come miglior film straniero e niente.

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