16 Giugno 2009, dopo anni di Velvet, Link, Frequenze disturbate, Ferrara sotto le stelle etc. la svolta! Il mio primo concerto allo stadio, Andiamo a vederci i “Depeche Mode” live all’Olimpico.

Il pubblico previsto è di 50.000 persone. Dave Gahan ha avuto da poco problemi seri di salute ma siamo convinti che darà il massimo.

Partenza con marito per raggiungere amici a Roma. Veniamo ospitati all’Eur quindi impieghiamo anche non poco per raggiungere l’Olimpico con mezzi di vario genere.

Siamo in quattro davanti allo stadio, l’amica Lety arriva subito con le birre ma dobbiamo correre perché iniziano puntualissimi anzi quasi in anticipo.

Eccoli!!! Una delle band sopravvissute agli anni Ottanta e lui Dave, uno dei frontman più stilosi, carismatici ed esaltanti di sempre.

L’emozione del boato del pubblico mentre viene intonata “In Chain” è meravigliosa.

Grazie allo schermo gigante anche se in postazioni da “anziani” riusciamo a vederli molto bene. Il caldo romano è devastante, sembra di essere ad Agosto. Prendiamo di mira l’omino delle birre e alla fine ne contiamo molte a testa ma indispensabili. Da “Walking in my shoes” è puro delirio, sguardi di intesa con Letizia anche per sottolineare il sex appeal del cantante e la sua capacità di dominare la scena.

Anche Martin Gore è piuttosto in forma e canta magistralmente la bellissima “Home”.

La scaletta è densa e non permette stacchi alla danza sfrenata! “A question of time” segue “It’s no good”, non lascia scampo nessun momento di pausa. Lety ha pensato bene di portare due ventagli (che fanno anche molto Chic).

La sensuale “I feel you” anticipa “Enjoy the silence”. Il pubblico canta, partecipa, si crea la magia. Anche noi quattro ci sentiamo connessi da una scossa elettrica.

Dave si spoglia, è bellissimo, balla, ammicca e poi ci fa cavalcare il meraviglioso inno all’amicizia (per qualcuno o qualcosa) di “Never Let Me Down Again”. La musica non da tregua ma poi arriva la voglia di ballare sulla sedia con “Stripped” .

Il vero picco però comincia dalla “vecchia” “Master and Servant” e dalla quasi snervante attesa per “Personal Jesus” scoppia con un piacere immenso dopo circa un quarto d’ora di intro ed il pubblico come sempre storpia la canzone da “Reach out touch fait” a “Reach out touch Dave”.

Dave ha gli occhi da diavolaccio mentre la canta e smuove l’ormone di tutta ma proprio tutta la platea.

A concerto finito l’amica Lety ci saluta, ha il bambino ancora piccolo a casa. Noi ci facciamo guidare da Giacomo detto anche il Gigante buono. I taxi non ci sono e ci facciamo tutto il lungo Tevere fino a Piazza di Spagna. Poi trovando un taxi ci spostiamo al testaccio per un panino e un’altra birra e da li sono sincera i ricordi sono vaghi. Il marito la si lamenta di non avere dormito affatto per il russare del Gigante Buono, io ho fatto invece sogni d’oro.

So che è già stato recensito ma io mi entusiasmo ogni volta che ci penso e volevo trasmettere a voi questa gioa

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