Con "Exciter", i Depeche Mode festeggiano vent'anni di carriera. Ne è passata di acqua sotto i ponti: siamo passati dalla dance degli esordi, all'elettronica, a una veste più cupa, a un avvicinamento al rock? Tutto questo senza dimenticare abbandoni di membri, overdose, alcolismo e un tentativo di suicidio che allarmò milioni di fan. Ma nel 2001, erano ancora qua, fortunatamente. Tuttavia, notiamo che le sonorità sono cambiate ancora una volta. Le melodie vagamente dark che avevano fatto il loro successo per circa dieci anni, sono state accantonate preferendo arrangiamenti solari e leggeri; l'uso massivo dei sintetizzatori accompagnati da chitarre adoperate magistralmente (citiamo, ad esempio "Personal Jesus") passa in secondo piano preferendo elettronica minimale (fatta eccezione per "Dead of Night").
E' abbastanza divertente osservare come i fan siano stati piuttosto perplessi da questo album, così lontano dai suoi predecessori, mentre invece le persone che non erano mai stati contagiati dal "morbo Depeche" lo trovino piuttosto interessante. Vi invito a fare un sondaggio coi vostri amici: ad esempio "Freelove" non mi ha mai convinto, ma posso dirvi che ad una mia amica non dispiace. Ma passiamo alla recensione vera e propria.
L'album si apre col singolo "Dream On", una specie di manifesto dell'album, e possiamo poi sostare su "Shine": canzone, forse un pò troppo lenta ma godibile. In "The Sweetest Condition", Dave canta in modo molto intenso alla differenza di "When The Body Speaks" (lagnetta basata su una chitarrina fastidiosa). Per fortuna che poi arriva "Dead Of Night"!: credo che per molti sia una delle migliori canzoni dell'album, probabilmente perché rimanda alle vecchie sonorità, tanto care ai fan. Segue un intermezzo strumentale ("Lovetheme") e poi "Freelove", canzone non degna di essere la traccia centrale del disco. "Comatose", la trovo inutile mentre "I Feel Loved", non sarà un fenomeno, ma costituisce una sosta interessante che fa vibrare in attesa di "Breathe": ne apprezzo molto il testo, ma "perché la canta Gore?" "Easy Tiger" è un'altra traccia strumentale che prepara a "I Am You", canzone che reputo la seconda migliore di tutto l'album. Abbiamo quindi osservato un album non veramente speciale, ma tutto sommato potabile; sfortunatamente "Goodnight Lovers" lo chiude: lentezza, ripetitività, assenza di vitalità ne sono i tratti caratteristici.
In sintesi, mentirei se dicessi che è il mio disco preferito e che sono fiera dei miei ragazzi di Basildon; tuttavia, vi consiglio il cd per godervi "Dead Of Night", che vale davvero l'ascolto.
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