MUSIC FOR THE MUSCLES.

Come posso snobbare biecamente questa perla nel mondo dell'electropunk senza sentirmi una emerita schifezza.
Ebbene, questo album mi faceva muovere i muscoli al liceo; si, anche se non ero al liceo perché troppo giovane io mi immaginavo già al liceo ascoltandolo... già pregustavo l'infinita deferenza nei balli: quei balli electro dove non ti tocchi ma ti sfiori con gli sguardi; Life, is full of surprises, but advertises, NOTHING!

Io, che in fondo in fondo sono sempre stato un culattone, ascolto tuttora questa musica, oh sii oh siii, e ballo come un matto.
"Never let me down" è un volo senza pantaloni, dove Dio è sceso per chiedere ai fratelli: "chi è che porta i pantaloni?" Anticipando così di anni, gran profeti i DM, L'"Everyone is Gay" di Kurt Cobain; ma che canzone magnifica, da ballare accelerando in terza corsia per arrivare in cielo... sento le ambulanze frinire, ma è solo un'impressione perché arriva, arriva... "Behind The Wheel", io mi sculaccio al ritmo del basso ,tuttutu tututut tututut, e quel flauto. Martin Gore ha sempre, dico sempre trovato delle soluzioni geniali, mai banali, assolutamente ficcanti e molto Gay. Fantastico!
Do What you want i dont care... Ma Dave Gahan vieni qui che te lo faccio vedere io cosa ti faccio. Ma per me una perla del disco, nonchè bonus track, è "Pleasure Little Treasure", che gli Stereophonics, ah che furbetti, hanno sfregazzato nel ritornello... provare per credere! Un brano da ballare come pazzi mentre le scale si piallano e l'ascensore è rotto.
"PIMPF", un pezzo davvero inquietante, da cui si può evincere il perché della numerosa presenza di scaraf... uhm darkettoni ai concerti dei Depeche, un brano che sa di danze delle streghe e di sabba... con quelle voci catacombali, altro che Burzum!
Pezzo monstre è poi "Fittle Fifteen", di controcanti d'organo raffinati e inamidati a puntino; potreste trovarvi con l'immaginazione in una lavanderia del settecento a stendere i panni con le poppe mezze fuori voi e la vostra amica Inge.
Mentre da lontano Torvald rimprovera a Nora con "To Have And To Hold" che non tutto a questo mondo è gratuito: la lavata di capo inizia con una radio, forse tedesca? Forse no? E prosegue in un Anthem cupo, "Il punto della malattia" canta Gahan, e noi ci sentiamo in colpa e vorremmo scappare da questa Casa di Bambola che ci opprime il petto.

Fuori c'è Gahan, con le braccia tese e quel fondoschiena fantastico, che ripulito a pennello, ci invita alla festa viola dei Depeche.
Capolavoro dei DM

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