"Speak & Spell" è il primo album dei Depeche Mode e l'unico con la presenza del co-fondatore e primo leader della band, Vince Clark. Dire che l'album è praticamente opera di quest'ultimo, può sembrare un esagerazione, ma non è un affermazione del tutto sbagliata.

Clark si occupa della stesura dei testi, delle drum machine ed anche dei cori. Il ruolo di voce principale è affidato al nuovo entrato Dave Gahan, mentre l'uso delle tastiere viene diviso tra tre membri della band, lo stesso Clark, Martin Gore (che sarà anche la voce principale di due brani) ed infine Andrew Fletcher.

L'album sarà la perfetta rampa di lancio per la band Inglese e la prima traccia dimostra subito il perché. "New Life" è un brano davvero ben fatto. Le tastiere svolgono il loro ruolo alla perfezione, accompagnate dalla drum machine che dà alla canzone quel ritmo incalzante che difficilmente dimenticherete. Il testo di questa canzone, come anche quello di altre dell'album, non è da sottovalutare; perché se ad una prima lettura possono risultare banali in realtà contengono una loro complessità.
Buona la seconda traccia "I Sometimes Wish I Was Dead", anche se però non stupisce particolarmente. Di maggior livello "Puppets"; brano orecchiabile ma non per questo mediocre. Anzi, la perfetta conformità tra testo e strumenti la rendono una delle più convincenti dell'album. Sufficiente la quinta traccia "Nodisco", anche se la sua durata eccessiva (4 min e 15) la penalizza, facendola diventare alla lunga noiosa.
Se in precedenza avevo difeso i testi di "Speak & Spell", in questo caso devo fare l'esatto contrario. Tutta colpa di "What's Your Name". Brano abbastanza banale, semplicemente divertente e per l'appunto dal testo per nulla brillante. Difatti gli stessi Martin Gore e Andrew Fletcher in un'intervista del 2005 hanno ammesso che è la peggior canzone di sempre dei Depeche Mode.
Ed ecco che arriviamo a "Photographic", la prima canzone dei Depeche Mode scritta da Vince Clarke e inserita nella compilation "Some Bizarre", un album contenente brani di band emergenti. La canzone è discreta anche se pecca di ripetitività.

Cambio di penna, Martin Gore prende il posto di Vince Clarke nei due brani successivi: scrive e compone "Tora! Tora! Tora!" ed è anche l'artefice di "Big Muff". La prima è una canzone particolare, che evoca atmosfere tenebrose, risultando molto convincente; la seconda invece, è un sufficiente brano strumentale.
La decima traccia, "Any Second Now (Voices)", mostra forse il testo più maturo dell' intero album, essendo la canzone a sua volta una delle migliori di "Speak & Spell"; se non la migliore. Unica pecca la scarsa durata. Da segnalare inoltre che il brano è cantato interamente da Martin Gore. Discreto il quarto brano, "Boys Say Go!", pur non essendo un capolavoro della musica. L'album si conclude con una delle canzoni più famose del gruppo, "Just Can't Get Enough". E difatti l'ultima traccia è quella che rispecchia meglio l'album. Perchè a mio avviso "Speak & Spell" è un ottimo album d'esordio, caratterizzato da alcune hit come l'ultima citata, e da brani davvero eccellenti come "New Life" e "Any Second Now (Voices)"; canzoni necessarie per far acquisire al gruppo quella notorietà che negli anni successivi gli permetterà di sperimentare e di essere una delle più influenti band degli ultimi trent'anni.

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