100esima recensione?!
Ho cercato per mesi un'opera di un certo peso e valore di cui parlare ma proprio quando ho trovato quella giusta, ho scoperto di essere arrivato troppo tardi. La vita!
Quindi oggi si parla di una delle band più simpatiche e down-to-earth.
Nessuno l'ha mai fatto prima, tocca a me presentarvi "ALL". Non solo un disco e un progetto parallelo degli stessi Descendents, ma un concetto che spiegherò in corso d'opera.
La situazione è molto particolare in quel 1987 per il gruppo: sono entrati a far parte delle scene il bassista Karl Alvarez e il chitarrista Stephen Egerton, che uniscono così le forze ai veterani Milo Aukerman e Bill Stevenson.
E' passato solo un anno dal "disco-scherzo" "Enjoy", a metà tra registrazioni di flatulenze e canzoni vere e proprie. E' stato un flop, diciamocelo, non è riuscito ad entusiasmarmi propriamente e chi mi conosce sa che di musica balorda ne ascolto in quantità notevoli.
Occorreva dunque rialzarsi immediatamente e perchè non prendere spunto proprio da "Enjoy"? Perchè qualcosa di buono in quel disco c'era, qualcosa degno del loro nome, brani come "Get The Time" e "Cheer", per non parlare di una divertentissima cover di "Wendy" dei Beach Boys; ma c'era pure tanta sperimentazione in ambito Metal ed è da lì che molto probabilmente hanno deciso di ripartire.
Il sound di "ALL", di conseguenza, ne esce contaminato e variegato, e pure le liriche che parlano di vita in tour, sul non essere più "cool", relazioni finite male e chi ne ha più ne metta.
Tutti quanti i membri hanno contribuito alla realizzazione dei brani dimostrando un vero gioco di squadra tra di loro.
L'onore di aprire le danze ce l'ha l'omonimo brano "All" della bellezza di 1 solo secondo, una specie di "You Suffer" per ribadire questo concetto, ripreso poi nei 2 secondi di "No, All!". Volete le melodie vocali in stile Descendents? C'è "Clean Sheets". Volete Punk con riff più cattivi? Ci sono "Coolidge" (notare la somiglianza con alcuni lavori di Stevenson con i Black Flag) e "Iceman". Volete un po' di Heavy Metal? C'è "Schizophrenia". Volete qualcosa di acustico? C'è "Impressions".
Un disco capace di accontentare un po' tutti i seguaci della band e anche nuove schiere.
Ma ora bisogna parlare di "All-O-Gistics", il manifesto musicale di questo concetto ideato da Bill Stevenson e dal suo amico Pat McCuistion nel più lontano 1980.
Un concetto molto semplice basato sul realizzare tutto il possibile, di dare il proprio massimo senza mai arrendersi. Stevenson stesso ha affermato come "ALL" possa essere visto come la cosa più vaga o più completa che ci sia.
"All-O-Gistics" è uno dei brani più fighi che il gruppo abbia mai scritto: testo rigorosamente spiritoso ma con tante verità raccontate su una base musicale "à la Black Flag", un Hardcore stoppatissimo, in cui Aukerman recita una specie di lezione, quasi un sermone, mentre viene intonato un cantico spirituale in sottofondo e gli altri rispondono in unanimità come in una funzione religiosa. Da ascoltare assolutamente.
Ultimo disco della formazione Californiana, infatti Milo Aukerman lascerà la band per una carriera nell'ambito biochimico, salvo poi ritornare nel 1995.
Un album fondamentale quindi, a suo modo.
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