I Desolate Sun sono un giovane duo italiano, proveniente dalla provincia di Belluno. Il loro punto di riferimento musicale è un metal rock melanconico, sulla scia del gruppo scandinavo Katatonia, con i quali hanno in comune anche una particolare cura per l’aspetto grafico degli album.

Questo EP omonimo, uscito nel 2007, costituisce il loro disco di esordio e si rivela di pregevole fattura fin dalla copertina. Poiché un disco è sempre una sorpresa per chi si appresta ad ascoltarlo per la prima volta possiamo dire – sia concessa la metafora – che ci troviamo di fronte ad un regalo ottimamente confezionato. Il logo del duo è molto suggestivo, di certo lontano da qualsivoglia omologazione. Esso costituisce in parte la chiave di comprensione dell’intero EP insieme alle fotografie di una porta e di una finestra dalle quali filtra una luce fioca. Tutte queste componenti grafiche le ritroveremo nei testi delle canzoni, ma di certo l’elemento cardine dell’intero disco è racchiuso nella frase riportata nell'artwork: 'To our childhood memories'. Questa dedica ci riporta alla memoria la monumentale opera di Marcel Proust 'Alla ricerca del tempo perduto', scritta tra il 1909 ed il 1922, perché sia nel disco che nel testo dello scrittore francese domina il tema della rievocazione malinconica di un passato perduto. Come nella 'Recherche', in Desolate Sun, la perdita del tempo passato ha inizio con l’erosione della felicità infantile e la perdita della primigenia innocenza, tema quest’ultimo che viene ripreso dal duo nel loro secondo album (Descending Stairways: 'I try to watch this with the eyes of a child but I think I’m no more clean.').

I brani sono in totale cinque, di cui due strumentali. Essi sono così carichi di poesia e si dipanano con una continuità tale da far pensare ad una sorta di colonna sonora di un viaggio alla ricerca di antiche emozioni.

L’album si apre con un brano strumentale in cui l’arpeggio della chitarra – che è senza dubbio alcuno la protagonista di questo EP – evoca il sorgere del sole e, ad un tempo, lo scorrere di un fiume. 'Sun', questo è il titolo, nella sua solo apparente ripetitività costituisce il preludio all’arrivo del protagonista alla meta. Il sole è negli occhi ma dai brani successivi ricaveremo che non è nell’anima.

Nel pezzo seguente – 'Dug by Time' – infatti l’arrivo presso una casa erosa dal tempo segna la fine di ogni illusione: 'the door to beauty is closed'.

E con la fine della bellezza divorata dal tempo svanisce ogni dolcezza, ogni sorriso e coloro che in passato riempivano quel luogo oggi sono solo ombre che camminano intorno al protagonista. E’ alla fine di questo brano che l’assolo della chitarra si fa quasi umano nell’imitare una precipitosa fuga del visitatore da quel luogo ormai morto ('Watch this house. It’s dead.')

E’ la voce growl di Luca a ricordarci in 'In Silence Beauty Comes' che la vita senza bellezza è maledetta, ma ora veniamo a sapere qualcosa di più, quello che forse il logo vuole suggerirci, cioè che un tempo su quella casa si è abbattuta una tragedia, ovvero è sopraggiunta la morte di una persona molto amata.

Nessuno può restituire il sole, anzi il sole nasconde il volto nella sofferenza e soli neri ('I'll not be Here') brulicano nei suoi occhi. Con una memorabile frase che è tra le più poetiche dell’album, accompagnato da fraseggi di chitarra, egli ammette che non vedrà mai il di lei volto perché egli non sarà qui.

L’ultimo brano è la strumentale 'Departure' e la chitarra imita il passo lento del protagonista che si allontana. Mi piace immaginarlo guardare per l’ultima volta quella casa tanto amata, dove l’unica visitatrice è la luce del giorno che filtra attraverso le finestre. Il fraseggio della chitarra ha la dolcezza di un sorriso, forse non è un addio, forse quest’uomo sofferente ritroverà il coraggio di ritornare in questa casa in cui ancora risuonano 'gli echi delle antiche voci'.

Il mondo della musica ha bisogno di artisti più che di semplici musicisti, cantare e suonare con l’anima è ciò che fa la differenza e che orienta il consumatore in un mercato saturo di prodotti usa e getta.

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