Secondo il parere di chi scrive il più grande gruppo tedesco di tutti i tempi, i DAF (acronimo di Deutsch Amerikanische Freundschaft ovvero amicizia tedesco-americana) sono da tutti considerati gli inventori del genere Electronic body music una sorta di dance dura il cui ritmo era segnato dalle trame dei sinth più che dai beats.

Come per gli americani Suicide anche la musica dei DAF era minimale e costruita esclusivamente su due elementi: la ritmica marziale e le oscure e incalzanti progressioni sintetiche del batterista e compositore Robert Görl e la voce profonda e istrionica del cantante di origini spagnole Gabi Delgado Lopez. Lo scopo dichiarato dei due era quello di fare una musica in opposizione a quella anglo-americana e a quella che andava in voga nei centri sociali gestiti dalla sinistra alternativa che li monopolizzava con il suo "pensiero unico". In reazione a tutto questo il duo di Düsseldorf incise un brano che marchierà nel bene e nel male tutta la loro carriera: l’hit da discoteca alternativa "Der Mussolini". Forte di un giro di sinth distorto memorabile e di un testo provocatorio (balla Mussolini… balla Adolf Hitler… balla il comunismo… balla Gesù Cristo) che scatenò un polverone di polemiche (e fruttuose vendite) il brano non è un inno neofascista ma semplicemente una provocazione al perbenismo e alla "sinistra che ha sempre ragione", un po’ come furono pochi anni prima le svastiche dei Sex Pistols solo che a differenza del gruppo britannico la nomea di neonazi rimarrà appiccicata ingiustamente ai tedeschi; questo è il principale motivo per il quale nonostante gli indiscutibili meriti musicali ancora pochissima gente conosca i DAF snobbati per immaginari motivi “politici”.

Ma "Alles ist gut" non è solo "Der Mussolini" ma un album di dieci brani stupendi: le erotiche "Rote Lippen" e "Mein Herz macht Bum" con la voce di Delgado che ricorda con mugolii e sospiri la lussuria di "Girl" di Alan Vega, l’alienazione mentale di "Ich und die Wirklichkeit" e "Verlier nicht den Kopf", il romanticismo di "Als war’s das letzte Mal", la marziale (in tutti i sensi) "Alle gegen Alle", le oscure "Sato-Sato" e la title-track che chiude il disco con nero sarcasmo: in un sottofondo di sintetizzatori opprimenti, in un modo che lascia intendere esattamente il contrario delle parole, "Tutto è buono" canta Delgado. Un must per gli amanti della musica senza pregiudizi.

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