"Tutti i dischi dei D.a.f. sono belli eccetto forse il primo: sembra di sentire un band che fa le prove".

Questo sentenziava il mio negoziante di dischi di fiducia, io però da buon fan completista non gli ho dato retta e ho ordinato comunque il debutto dei D.a.f. datato 1979 "Ein Produckt Der Deutsch Amerikanische Freundschaft", e ho fatto bene, molto bene. Effettivamente il lavoro è forse il pezzo meno pregiato della loro discografia ma solo perchè suona un pò troppo grezzo, raffazzonato, e non certo perchè manchino le idee. Si tratta di un disco autoprodotto e molto underground, talmente underground che il cantante in organico, Gabi Delgado, non partecipò nemmeno alle registrazioni perchè in quei giorni era occupato con un non meglio precisato love-affair.

Un allbum completamente strumentale quindi, composto da 22 brevi (alcune brevissime) tracce senza titolo per una durata totale di poco più di mezz'ora. Dimenticate pure i D.a.f. più famosi, quelli del duo "voce/batteria+synth", questa è tutt'altra musica, questa è una band vera e propria: Wolfgang Spelmans (chitarra), Michael Kemner (basso), Chrislo Haas (basso,tastiera,sassofono), Robert Görl (batteria, synth), tutti impegnati a creare caos e anarchia con strumenti che spesso vanno "per conto proprio" e che mirano a suonare nella maniera più abrasiva e cacofonica possibile. La risposta teutonica alla No Wave si potrebbe dire, anche perchè nonostante tutto quel furore punk, sotto tutte quelle chitarre grattuggiate, bassi balbettanti, sinth distorti etc. etc. si può riconoscere un certo rigore, una certa disciplina "meccanica" (d'altronde siamo a Düsseldorf, non vi ricorda niente?).

Una critica che si può muovere è quella di dire che si tratta di musica "incompleta", la sensazione infatti è quella di sentire brani non finiti, idee appena abbozzate e poco sviluppate; d'altro canto lo stesso Robert Görl, diplomato al conservatorio prestato al post-punk, ammetterà in seguito che l'unico intento di questo disco era "creare musica nuova" ovvero "qualcosa che prendesse a calci la vecchia musica", di conseguenza la sensaziono di "non finito" e dovuta proprio alla scelta programmatica di fare ricerca più che musica. Molte delle idee qui presenti avranno comunque modo di essere sviluppate nel più compiuto e riuscito "Die Kleinen Und Die Bösen", secondo LP che vedrà il rientro del carismatico cantante di origine spagnola Delgado. Nonostante i difetti del caso, "Ein Produkt.." rimane comunque un disco sorprendente ed interessante ancor di più se sentito oggi, alla luce delle recenti rivalutazioni e revival No/New Wave ed Industrial.

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