"Ki" ci aveva dato le avvisaglie, ora con questo "Ghost" si va all'estremo. Con questa prova il genio nerd di Devin Townsend riesce a produrre un disco di sole ballad, scevro di Growls e di chitarre distorte. Le doti compositive del nostro, la sua non comune attitudine per le melodie ci erano note da tempo, e alla fine è arrivato un disco di pura e semplice melodia. Songwriting davvero sopraffino, labor limae maniacale, Ghost si compone di un gruppo di canzoni davvero buone, prese ad una ad una. Arpeggi semplici, voci soffuse, atmosfere dilatate, flauti. Difficile evidenziare i migliori episodi, sicuramente Feather e Heart Baby, Kawaii e Ghost.

Però, c'è un però. Questo disco dura settantadue minuti e, nonostante tutta questa ridondante semplicità, nonostante tutta questa squisita raffinatezza melodica, è un'impresa estenuante ascoltarlo in un colpo solo. O meglio, se ci provate, con la massima concentrazione, con le più buone intenzioni, finirete ineludibilmente per distrarvi, lo lascerete perdere alla mezz'ora, finendo per pensare ad altro. Così non vi accorgerete che le ultime due tracce non hanno ne capo né coda.
Perché?
Perché le melodie sono troppo soffici e le atmosfere troppo dilatate, al punto da indurre sonnolenza, o  peggio, al punto da stufare l'ascoltatore ed i suoi lassi testicoli. Non per nulla il pezzo più completo è, forse, proprio Kawaii, coi suoi due minuti e cinquanta secondi.

La forza delle ballad di Devin Townsend nei suoi dischi normali è proprio la loro semplicità, che le fa apparire come oasi di pace in un tempestoso mare di distorsioni, ma soprattutto la loro brevità (vedasi Ah-Ih in Addicted). Presentate così tutte assieme, e con delle lunghezze spesso improponibili, vale a dire oltre sei minuti, producono un disco in cui il tutto risulta angosciantemente inferiore alla somma delle singole parti. Perché qui non si esibisce un gruppo post rock, qui c'è un artista Thrash che vuole creare il gemello buono del trucido Deconstruction, e molto probabilmente la cosa gli scappa di mano. Durasse venti minuti di meno, Ghost sarebbe l'ennesima genialata.
Ed è un peccato perché, lo ripeto, le potenzialità delle singole canzoni (almeno nove su dodici) sono davvero elevatissime.

6,0
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