La schizofrenia fatta musica. Non c'è miglior modo per descrivere questo progetto, datato 1998, di quel folle genio musicale che risponde al nome di Devin Townsend. Basti pensare alle condizioni mentali in cui versava quando compose questo disco visto che era ricoverato in una clinica psichiatrica e dormiva nudo nello studio di registrazione.

Non pensate pero' che stia per recensire un disco grind o comunque di metal estremo, anzi tutt'altro, pero' nonostante cio' "Infinity" riesce a comunicare emozioni forti, ed è proprio questo che rende non solo il disco in questione ma tutti quelli solisti di Devin degli album veramente geniali e innovativi. Questo è sicuramente il suo lavoro piu' particolare e di difficile assimilazione, visto che è molto sperimentale e presenta mille sfaccettature e sfumature che ad un primo ascolto superficiale non si potrebbero cogliere. Townsend si diverte a mischiare generi totalmente opposti, quali il Jazz, l'Hard Rock, Il pop e il metal (solo per citarne alcuni) pero' mantenendo sempre uno stile di fondo che rende il disco omogeneo nella sua disomogeneita'.

Ad aprire è la maestosa "truth" che contrappone l'oscuro riff iniziale a dei bellissimi intrecci chitarristici decisamente piu' solari. Questo alternarsi tra suoni cupi e iper-melodici percorre un po' tutto il disco. La seconda traccia "Christeen" è forse quella che si distacca di piu' dal resto dell'album, visto che si tratta di un brano rock melodico abbastanza semplice che Devin scrisse a suo tempo insieme a Ginger , vocalist dei Wildhearts , gruppo nel quale ha collaborato anch'egli. Discorso totalmente oppsto per quanto riguarda la terza traccia, "Bad devil", che è sicuramente il brano piu' rappresentativo dell'album, e che vale da solo il prezzo del suddetto. Qui Townsend è stato in grado di mescolare Jazz, Industrial, Blues e Metal creando un piccolo gioiellino. Molto bella anche la quarta traccia "War", dove l'andamento Hardrock del brano si mescola a dei cori in pieno stile musical. Successivamente abbiamo due pezzi molto sperimentali, "Soul driven cadillac" e "Ants" dove la follia di Devin raggiunge i picchi massimi. Sulla stessa scia di questi prosegue tutto il disco fino ad arrivare alla curiosa traccia conclusiva "Noisy pinky bubbles" dal Depeche mode sound.

Da segnalare l'incredibile prova vocale di Devin che riesce a variare il proprio timbro in modi totalmente diversi senza mai risultare forzato. In conclusione consiglio a tutti l'ascolto di "Infinity" con un avvertimento pero': rischierete di diventare piu' matti di chi ha composto questa roba.

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