Durante la mia ricerca di nuove esperienze sonore, tra le mie scorribande nel progressive italiano mi imbattei quasi casualmente in questa interessante realtà che ha nome "Dgm", scoprendo un piccolo tesoro di emozioni, pieno di spunti creativi e forte di una costante ricerca di soluzioni musicali di qualità e di grande impatto emotivo.
I Dgm sono quindi un gruppo formatosi nella nostra Italia nel 1994, vengono considerati da molti come la risposta italiana a quei complessi musicali made in U.S.A. diventati famosi per avere unito le sonorità taglienti dell'Heavy metal alla raffinatezza stilistica del rock progressive; sarebbe comunque molto riduttivo considerare la loro musica una semplice rivisitazione personale di ciò che era già stato fatto anni prima dai vari gruppi progressive metal americani, che tra fine anni ottanta e i primi anni novanta portarono alla ribalta questo genere; in realtà album splendidi come "Dreamland" o "Hidden place" pubblicati rispettivamente nel 2001 e nel 2003, si distanziano per qualità un miglio da tanta spazzatura partorita negli states nello stesso periodo o se vogliamo ancora oggi, e ci danno ragione di pensare che i Dgm siano una solida realtà a se stante forti di una propria personalità artistica.
L'ottima preparazione dei singoli componenti è più che palese tenendo in considerazione la complessità tecnica e varietà di alcune composizioni contenute in "Hidden place" dove le parti strumentali sfioravano più di una volta la fusion per poi ritornare sui veloci riff' tipici del "power metal". Molto positivo è anche "l'impatto" che si ha ascoltando questo "Misplaced" (2004), disco come al solito di ottima fattura e supportato da una produzione eccellente dedita a mettere in risalo la carica esplosiva di una musica senza mezzi termini, dinamica e potente ma allo stesso tempo ricercata e sontuosa. Radicale è stavolta la strada intrapresa dai nostri, gli elementi progressive sono ancora presenti ma leggermente sacrificati per lasciare più spazio al power metal genuino e diretto; il gruppo non perde però il suo stile inconfondibile ascoltandolo lo si riconosce ancora grazie anche alle dotate corde vocali di un Titta Tani in stato di grazia, ad uno splendido lavoro di chitarre (Diego Reali) e tastiera (Fabio Sanges) che anche stavolta non mancheranno di cimentarsi in "agguerriti duelli all'ultima nota" e ad una sezione ritmica che fa egregiamente il suo dovere, come nei precedenti lavori Fabio Costantino alla batteria ed Andrea Arcangeli al basso elettrico sono impegnati a stendere le basi sulle quali si articolano le otto composizioni contenute in "Misplace".
La bellissima "Living on the edge", brano d'apertura, sprigiona un dinamismo ed una liricità che non lasciano indifferente l'ascoltatore catapultandolo in una rincorsa sonora in continua crescita d'intensità. Piena di richiami classici è la corale ed evocativa semi ballad "Still believ", infarcita da pregevolissimi fraseggi ed orchestrazioni di tastiera che impreziosiscono questa canzone splendidamente interpretata da un convincente Titta Tani. "Is hell without love" e "Perennial quest" sono due brani lanciati a tutta velocità con uso indiscriminato di doppia cassa come tradizione "power" vuole che non mancheranno di emozionare appassionati del genere e non.
La sesta pubblicazione in studio dei Dgm è per concludere un lavoro eterogeneo, un progressive metal articolato e costruito su soluzioni melodiche accattivanti ed ispirate, un lavoro che eccede alle volte nelle pompose e veloci atmosfere del "power" senza però risultare stancante a chi non ha fatto di certe sonorità una regola di vita grazie alla sua freschezza e genuinità ed alla pregevolezza delle sue composizioni, diretto ed immediato riesce a mettere d'accordo amanti di stili diversi abbracciando una più ampia fascia di ascoltatori. E poi diciamoci la verità, che artisti italiani si mettano in gioco avendo successo su un territorio oramai battuto da capo a piede dai colleghi d'oltre oceano non può che farci piacere facendoci assalire da un pizzico di soddisfazione ed orgoglio tricolore.
Buon ascolto.
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