Pubblicata nel 1983 (dall'etichetta "Electric Eye"), la compilation "Body Section" vede la luce nel momento in cui il nuovo rock italiano, dopo anni trascorsi nelle cantine, stava tornando alla ribalta.

Divisa in due sezioni, la "Blue Section", dalle atmosfere più soft, e la "Red Section", più rock e sperimentale, la compilation segna dal punto di vista musicale il passaggio dal post-punk alla dark-wave, ma con i primi germogli di quello che sarebbe diventato il synth-pop. Tra i gruppi presenti gli unici che lasceranno un segno profondo sono i Litfiba e i Diaframma (tra l'altro gli unici col cantato in italiano) e i Kirlian Camera, in maniera minore, mentre le restanti formazioni diventeranno cult-band per gli appassionati del genere.

Aprono la "Blue Section" i Modo con "Eyes in the Mirror", un elegante brano dominato dal piano e dal sax (ottimo il suo assolo) e che vocalmente alterna al canto una voce maschile ed una femminile. Dark elettronico e quasi claustrofobico per i Monuments e la loro "Wonderful Woman", romantico e malinconico in "A Gift of Tears" dei Jeunesse d'Ivoire, l'unico brano con voce completamente femminile, contenente uno splendida alternanza tra batteria elettronica e pianoforte nelle strofe; nel finale torna a fare capolino il sax. I Frigidaire Tango e la loro "Vanity Fair" sono i più "movimentati" di questa sezione, grazie ad una affiatata sezione ritmica che non si ferma per un solo istante, su cui le tastiere gotiche possono ricamare a loro piacimento: su tutto la voce oscura del cantante. Chiudono questa prima sezione i Kirlian Camera con "Dreamtime Comes", ambientale e rarefatta.

La seconda sezione si apre con le 2 band fiorentine più famose del periodo: i Litfiba e i Diaframma. Mentre i primi propongono quel gioiellino di "Transea", a mio parere il miglior brano della loro produzione pre-Desaparecido alla pari con "Versante Est", dominata dall'ossessivo basso di Maroccolo e dalle tastiere di Aiazzi, il gruppo di Fiumani, con "Specchi d'Acqua", con ancora Nicola Vannini alla voce, tradiscono il loro amore verso i Joy Division, con un brano cupo e "invernale", che sarà poi inserito nel loro capolavoro "Siberia". Seguono i Vox Rei con "Fear", il brano più diretto, post-punk all'ennesima potenza, molto simile ai Bahaus per atmosfera ricreata. "Dopo Hiedegger" dei Die Form è una jam schizzata in cui il sax, la chitarra tagliente e le batteria martellante si fondono per formare un tappeto sonoro davvero dissonante, mi ricorda (ma è solo un'impressione) "Interstellar Overdrive" dei Floyd. Chiude questa storica compilation "Danke Mami!" dei Rinf, con un cantato allucinato e un sax a ruota libera su un sottofondo ossessivo di batteria elettronica.

Una compilation dall'ottimo valore artistico e dall'altissimo valore storico. Cosa cercate di più?

VOTO = 8

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