"Voglio stare ad aspettare e leccarmi le ferite sotto un cielo di stelle..." ("Boxe").

Si tratta di un album importante, fondamentale sia per il futuro dei Diaframma che per quello del rock italiano, il disco della sconfitta e della successiva rivincita di Federico Fiumani, scarno ed essenziale, potente e d'impatto, ricco di energia e di rabbia. E' un cd tutt'ora molto ascoltabile che poco ha risentito dell'avanzare del tempo e che tutti gli amanti del rock in italiano dovrebbero ascoltare, magari non fermandosi al primo ascolto: ti fa scatenare, ti fa gridare e ballare ma anche riflettere, cantare ed emozionare.

"Boxe", uscito nel lontano 1988, è il terzo lavoro del gruppo e doveva essere l'ultimo pubblicato dalla maggiore indie italiana del periodo, la fiorentina IRA dell' "odiato" Pirelli, che sempre più puntava sui Litfiba. Fiumani però, con gran coraggio, dopo periodi burrascosi, si tira fuori e decide di autoprodursi inventando la Diaframma Records.

Il disco, impreziosito da una splendida copertina in bianco e nero con Federico nei panni di boxer e Miro Sassolini in quelli di manager, è quello più originale e genuino dei Diaframma, memore dell'ormai lontana New Wave di Siberia ("Un temporale in campagna") e prossimo a quelli del futuro. I pezzi, tutti di notevole spessore, oscillano tra un rock diretto ed elettrico, frenetico e spigoloso, e il delicato, il melodico, impreziositi e caratterizzati dalla caratteristica voce di Sassolini, qui all'apice dei suoi virtuosismi. L'album contiene dieci gemme come la reggae "Marta" o la pianistica "Caldo", l'ultimo pezzo, vero e proprio capolavoro della canzone d'autore italiana, che vede per la prima volta Fiumani alla voce e chiude così il disco anticipando la futura ed imminente carriera dei Diaframma: di lì apoco infatti arrivò "Gennaio", i Diaframma erano cambiati ma fu una bellissima sorpresa...

"Boxe perché c'é in lei la lotta, il fascino, il senso di precarietà, la voglia di riscatto da una vita balorda, un senso di lealtà e di umanità profondo" (Federico Fiumani).

"Voglio stare ad aspettare
e leccarmi le ferite
sotto un cielo di stelle.
Ma se il cuore che io sento malato
perche' i lividi sono nell'anima
vieni ad asciugarli tu.... vieni ad ascigarli tu.

Domani non stara' piu' a me a tenere le braccia alzate
e scorticarmi alle corde.
Domani se ti cerchero',
avro' la faccia di un uomo pulito
fresco come una rosa
e una rosa non puo' appassire.

Quando il destro e' esploso
nella mia testa forse
non è mai partito sopra di un ring,
quando il destro e' esploso
sulla mia pelle forse...
Ho troppi nemici in questa citta'
troppi fantasmi la notte ingolfano,
ho troppi nemici in questa citta'.
Troppi fantasmi la notte....
troppi fantasmi la notte.

Voglio togliere i bendaggi in fretta
e sentire il freddo di oceani colore madreperla.
La forza delle mie idee
ha la forza di un pugno in faccia
a chi me le ha negate,
ha la forza di una lotta piu' dura
ed un fascino ancora piu' grande
di due guantoni da boxe...
di due guantoni da boxe...
" ("Boxe")

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