Ormai ero al confine, stavo raggiungendo il Texas. Provenivo da Macon, Georgia e avevo percorso oltre mille chilometri in due giorni sulla mia Caddillac rosso fiammante. Qualche sosta lungo la costa della Louisiana, tre pacchetti di sigarette e un'economica bottiglia di whiskey canadese che qualche settimana prima presi furtivamente nel locale di Emmet, un caro amico di gioventù oggi barman nel Kentucky e cultore del whiskey.

Passammo l'adolescenza insieme, in una città fantasma del South Carolina. Eravamo praticamente culo e camicia e il nostro tempo lo spendevamo a suonare nella band del fratello, i leggendari Abandoned Lovers. Quando non si suonava c'era solo qualche birra, qualche disco dei Velvet Underground e qualche amica amante che passava di membro in membro (della band, ndr).

Sul finire degli anni ottanta, in seguito alla dipartita di Floriana, che migrò per la Saint Francis Xavier University in Canada, Emmet, col cuore a pezzi, si trasferì a Lexington. Da allora la nostra amicizià mutò per sempre, nulla fu più come prima. Le ultime emozioni forti che condividemmo insieme furono il nostro arrivederci, i nostri volti mascherati di un'eclatante tristezza.
I rapporti non furono più quelli di un tempo, ma ogni tanto ci s'incontrava. Si parlava del più e del meno, si barattava qualche ignobile critica mossa all'amministrazione di Lexington e dopo qualche ora ci si salutava con una onesta stretta di mano e una sentita pacca sulla spalla. Il più delle volte ero io a capitare dalle sue parti, e lo facevo di proposito, con piacere. Ma quando i suoi discorsi mi facevano girare le palle, non ci pensavo due volte ad esprimere il mio dissenso portando via dal magazzino del suo locale qualche oggetto che sarebbe potuto tornarmi utile. Così recuperai quel whiskey.

La mia mèta era sempre più imminente. Il sole picchiava forte sulla mia calvizie, e nella Caddillac suonava un nastro di Federico Fiumani e il fantasma dei suoi Diaframma. "Il futuro sorride a quelli come noi (2001)" decifrai sull'etichetta quando estrassi la cassetta per cambiare lato. Anche questa proveniva dal magazzino di Emmet. La trovai accostata al suo borsello. Probabilmente era uno dei proventi risalenti al suo viaggio in Italia nel 2002. "Chissà se il futuro sorride a quelli come me?", pensai tra me e me.

Non avevo mai sentito i Diaframma prima di allora, ma la poetica di Federico Fiumani giungeva con una tempestività disarmante: "Signore mio perdonami, mio Signore perdonami, se ho lasciato il cuore e tutto il resto là". Pensavo ad Annie ed ero convinto di tornare nel Texas, riprendere il mio cuore e tutto il resto.
Orami c'ero. Ero sul confine. Tra un ricordo e l'altro ce l'avevo fatta. E intanto le parole di Fiumani si facevano sempre più provvidenziali, quando, prima che il nastro finisse e venissi invaso dal rumore della realtà, cominciò a recitare: "Oggi è un giorno balordo/queste strade non conducon più da nessuna parte/queste strade portan via con sé detriti e solitudine/devono esister modi per scordarsi in fretta". Finito il nastro, la segnaletica verticale mi avvertì del mio ingresso nel Texas. Fermai di colpo la macchina. Scesi, mi accesi una sigaretta e ad alta voce mi domandai per la seconda volta se il futuro sorridesse a quelli come me. Ora conoscevo la risposta.

Rientrai in auto, girai il nastro e feci inversione. Tornai indietro, in perfetta solitudine.

Meriti: Carlo Cimmino, al quale è ispirato e dedicato lo scritto.

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