Siamo immobili. Distesi su un letto. Osserviamo la finestra e vediamo che fuori piove.
Una giornata grigia, malinconica… nel nostro giradischi gira un vecchio 33 giri datato 1984… la copertina è di quelle che rimangono impresse nelle memoria di tutti. Un paesaggio innevato, con lontani camini e locomotive… un nome, che si mescola con il grigiore della copertina dice DIAFRAMMA e sotto ancora un'altra parola… "SIBERIA".
Con questo magnifico LP, i fiorentini Diaframma di Federico Fiumani diedero vita al "nuovo rock italiano cantato in italiano", assieme ad altre band come Litfiba, Moda, Undergound life. Il brano di apertura è di quelli che ti folgora il cervello… ti resta indelebile. Accordi secchi, freddi, grancassa maestosa, basso lineare ma imponente… è "Siberia". Diventerà l'inno dei Diaframma, onnipresente nelle scalette.
Ma c'è una sorpresa… alla voce un nuove cantante… è Miro Sassolini, che da circa un anno ha rimpiazzato il cupo e visionario Nicola Vannini, allontanato dalla stesso Fiumani perché troppo "curtisiano". Miro ha una voce potentissima, al confine con la lirica, molto enfatica. Caratterizzera il suono dei Diaframma fino al 1988. Testi magnifici, che solo la penna del Fiumani poteva scrivere.
Si respira un'aria meno cupa rispetto ai precedenti "Pioggia" e l'EP "Altrove", ma il respiro è sempre affannoso, soffocato dalla neve. "Il ghiaccio si confonde con il cielo e con gli occhi, quando il buio si avvicina.. " cosi recita il primo verso di "Siberia", favolosa anche per il solo si sax nella parte centrale (leggende dicono sia stato suonato da Madasky). Ne fu realizzato anche un videoclip, tutto giocato su un colore grigioazzurro che emana freddo… dove gli unici colori sono una bevanda e gli occhi arancio di lenadro Cicchi, un uovo viola, una mela rossa.
Colpo secco di rullante. Silenzio. Chitarra spettrale con molto dilay ed echo. E' "Neogrigio", pezzo dai ricordi stile "Cure", con un suono molto dark-wave e voce imponente… "Chiuderò il sentimento in scatole vuote" canta Miro… "quei ricordi appassiti in un frammento d'autunno". Testi difficili, ma che restano indelebili nel tempo e attualissimi. E' poi la volte di "Impronte", un pezzo dalle sonorità un po' più solari, ma con un testo che certamente non trasmette allegria… forse un amore finito, perduto per sempre… (dallo stesso Fiumani??) dove "ho preferito andare prima di essere lasciato, prima che il cuore da solo, scivolasse nel buio assieme ai ventagli ingialliti".
Tutti questi tre pezzi per i fans dei Diaframma non erano pezzi inediti, ma furono già proposti all'ultimo concerto con Nicola Vannini al "My way" di Fiorenzuola il 12 Ottobre 1983, assieme a "Desiderio del nulla"… (registrazioni poi inserite nel 199 nell'antologia di inediti live e studio "Live & Unreleased n.d.r.). Chiude il lato A la mitica "Amsterdam", resa poi famosa nel 1985 nella nuova veste interpretata con i cugini "Litfiba", resa celebre per un duetto fantastico tra Miro Sassolini e Piero pelù, un mitico solo di fisarmonica di Aiazzi e un bellissimo solo di fender stratocaster di Ghigo Renzulli (oltre alla tagliente telecaster di Fiumani).
Giriamo il disco e parte "Delorenzo", unico altro pezzo che assieme a Siberia erano finite un mese prima nella compilation targata IRA "Catalogue issue". Un pezzo dove "fuori da questa stanza il mio tempo muore, lasciando tracce di sangue sopra le mie mani" e dove comunque l'atmosfera è leggermente meno pesante. Sesto pezzo… è "Memoria" unico pezzo assieme ad "Amsterdam" completamente inedito e aggiunti per far diventare "Siberia" un vero e proprio LP di 8 tracce. L'idea è stata di Pirelli, che ha convinto Fiumani ha non sfonare un mini-LP di 6 tracce.
Finita "Memoria" con un solo bellismo e in levare di Fiumani parte una canzone già nota, cupissima, acida… è "Specchi d'acqua". Un pezzo violento, dove Miro da il meglio di sé "io potrei essere ancora la, acacrezando l'inverno in uno specchio d'acqua" con una voce potentissima e secca. Il pezzo era già stato edito nel 1983 sulla compilation di Rockerilla "Body section", ma in versione differente, con batteria "vera" e non elettronica e soprattutto con alla voce ancoea Nicola Vannini… una versione rara quest'ultima, più sofferta nel cantato, più legata alla prima produzione "dark". Chiude "Desiderio del nulla", pezzo dal testo molto significativo e introspettivo… "un lento riflesso traspare, dietro ai vetri appanati… quando gli incastri di luce, scuotono notti improvvise".
Dopo solo 28 minuti chiude un disco immortale, che ha ispirato moltissime generazioni. A un primo ascolto potrà sembrare pesante, confuso, non definito… ma fidatevi, lasciatevi trasportare da queste atmosfere di una "Firenze" innevata, quasi siberiana.
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