La recente ristampa di questo album è l'occasione per parlare di uno dei più bei dischi degli anni '80 e del gruppo che lo creò. I fiorentini Diaframma, paladini della new wave italiana, sono qui nella loro formazione migliore, quella storica con Federico Fiumani, chitarrista e soprattutto compositore (più avanti anche cantante) e Miro Sassolini alla voce.
La bellezza di questo lavoro gira intorno a questo duo. Fiumani, compositore ispirato, maturo, creativo, messi da parte gli amori per Joy Division, Replacements, Television, che avevano cratterizzato la prima impronta del gruppo, diventa il geniale creatore di tutte le canzoni, muovendosi con disinvoltura sul filo della canzone d'autore in ambiente dark punk.
Ma ciò che rende speciale questo lavoro è la voce, tenorile, evocativa, paurosamente potente di Miro Sassolini. L'interprete, che non a caso Fiumani ha definito "la voce della mia anima", si inserisce nella trama fredda e intrisa di tastiere ("Neogrigio"), poi si scaglia a tutta forza contro il basso di "Amsterdam", ormai un classico, insegue con disinvoltura gli arpeggi acidi di "Specchi d'acqua" ma si dimostra anche attento e sofisticato nel cantare lo
splendido testo di "Elena". Infine picchia duro nel ritmo di "Ultimo Boulevard".
E' lui il vero valore aggiunto del gruppo, è la sua voce che marchia a fuoco questo album e che aumenta il rammarico per l'uscita di Miro Sassolini dal gruppo. Il disco, riproposto in ristampa con due inediti ("Elena" e "Ultimo Boulevard"), si conferma a distanza di tempo (uscì nel 1984) un lavoro di una bellezza cristallina e allo stesso tempo un'istantanea di quel periodo in cui a Firenze faceva un freddo "siberiano".
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