Mmmmmm la Firenze degli anni '80. Anche se in ritardo (come al solito in Italia), era la città per antonomasia delle tendenze artistiche di tutti i tipi: dalla musica alla pittura, dalle arti visive al teatro d'avanguardia. Era il luogo che assorbiva maggiormente ciò che di eccezionale era nato già un paio di anni prima in quel di Londra e New York. Il Rock in Italia stava assumendo una dignità, lontano dalla retorica cantautorale, dal progressive e da una tradizione di spaghetti al pomodoro. Così nascevano band come Litfiba, Neon, Moda, artisti in grado di riproporre in maniera originale filoni sonori esteri, italianizzandoli.

I primi prima di tutto? I Diaframma di Federico Fiumani, che dopo un paio di EP con il cantante Nicola Vanini (attuale presidente di Audioglobe), reclutarono la voce più carismatica e potente dell'epoca (insieme ad El Diablo :) Miro Sassolini, ed insieme a Leandro e Gianni Cicchi, struttura ritmica della band, realizzarono per la neonata IRA, il loro esordio. Uno dei dischi imprescindibili se si vuole capire e apprezzare il rock in Italia; "Siberia". Siamo nel 1984, e i Joy Division ormai sono morti e sepolti, surclassati dal techno-pop dei New Order e compagnia bella, ma in Italia ancora non era venuta alla ribalta dalla scena underground quel movimento dark-rock-new wave che tanto faceva impazzire.

Nessun momento originale dal punto di vista sonoro. Ma tutto assume sembianze italiche e quindi uniche con i meravigliosi testi di Federico Fiumani. Si parte con la title-track, incipit del basso e batteria elettronica rigorosamente suonata, con riff minimali di chitarra pregni di chorus e leggero flanger (come Robert Smith insegna), ed arrivano già i momenti di pura poesia "Il ghiaccio si confonde con il cielo, con gli occhi e quando il buio si avvicina vorrei rapire il freddo in un giorno di sole che potrebbe tornare in attimo solo". La Siberia dei sentimenti. "Love will tear us apart". Sempre la stessa storia. Arriva subito come un brano di "Pornography" dei Cure, "Neogrigio", ed Il pathos si fa elevato. Struttura ritmica in primo piano, e chitarra straziante con le parole "Chiudero' il sentimento in scatole vuote, quei ricordi appassiti in un frammento d'autunno". Ancora riff minimale di Fiumani e basso e batteria (veri portenti sonori del disco, come vuole lo stile) ci introduce "Impronte", "Ho preferito andare prima di esser lasciato, prima che il cuore da solo scivolasse nel buio insieme ai ventagli ingialliti". Arriva il classico dei Diaframma (riarrangiato successivamente in versione singolo con i Litfiba) "Amsterdam". Il capolavoro del disco, insieme a "Siberia". Giunge "Delorenzo", solita struttura: intro minimale e giro di basso protagonista con la chitarra in secondo piano ad arpeggiare armonicamente le trame. E' un concept sulla solitudine, sugli iceberg dei rapporti e sulla volontà di amare ed essere ricambiati. Ancora "Memoria" "Vivendo per qualcuno io moriro' per me stesso". Il dramma arriva al culmine con gli ultimi due brani "Specchi d'acqua" e "Desiderio dal nulla" che conclude quest'ultimo "Scordati di me...Poi il letto ritorna vuoto, e tu sorridi nell'ombra". Ritmi ossessivi, ma improvvisamente spezzati all'interno dei brani, creando maggiore dinamicità alla struttura.

Di questo emblema del rock italico sono uscite due ristampe di quest'album, con b-side e live, ma la versione originale del disco è questa. Otto brani. Otto momenti di poeticità dark non fine a se stessa. La fine come speranza non come nichilismo (come nei Cure). Difficile da digerire per un amante dei riffoni, degli assoli e della tecnica. Qui è l'atmosfera quella che conta. Un disco decisamente invernale. Da ascoltare meglio quando piove, oppure quando si è ricevuto un due di picche. I Diaframma per scelta di Fiumani non diventeranno mai un gruppo da stadio. Successivamente prenderà in mano lui la voce e cambieranno molte cose, pescando anche l'ironia. Qui non è presente l'ironia. E' dark, ed era il 1984. Consigliatissimo!

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