Nel 1989 esce la Trilogia della Maschera della Morte Rossa (Masque of the Red Death), un doppio disco che raccoglie i suoi ultimi tre album
(Divine Punishment - 1986 / Saint of The Pit - 1986 / You Must Be Certain of The Devil - 1988). Fattore comune ai tre album sono le citazioni più o meno implicite al lavoro omonimo di Edgar Allan Poe, grande punto di riferimento per la Galas. Contemporaneamente la signora porta in tour uno spettacolo ispirato alla Trilogia, Plague Mass (End of The Epidemic), reinterpretando materiale edito e presentandone un ulteriore proseguimento, tanto concettuale quanto concreto.
Nell'Agosto 1990 il Vaticano e la stampa italiana definiscono Plague Mass blasfemo e osceno, puntando il dito contro "Sono L'Antichristo" e "Confessional"
(...)
And on his dying bed the dirty angels flying over him like buzzards asked him
Do you confess?
Do you confess?
(...)
Yes, I confess
GIVE ME SODOMY OR GIVE ME DEATH!
Ma dopo essere stata arrestata, nella cattedrale di S.Patrick (New York) per aver interrotto una cerimonia di un tale cardinale, accusandolo pubblicamente, tornerà in una chiesa della grande mela solo per eseguire la Messa della Piaga, il suo personale pianto per tutte le vittime della nuova epidemia: L'AIDS. Il 12 e 13 Ottobre suona nella chiesa di S.John the Divine, attendendosi ai parametri dello spettacolo già in tour da un anno. I promoter la guardano terrorizzati (per quanto sapevano benissimo cosa stesse per succedere), La NY di uptown che era venita giusto per criticare rimane incollata alle sedie. Diamanda, come al solito, si presenta nuda dalla cintola in su, di sangue tinta, illuminata da una fievole luce cremisi, accompagnata da pochi musicisti alle percussioni, nastri e tastiere. Il suo pianoforte a coda è sempre presente, per quanto lo usi poco e niente.
This is the Law of the Plague: to teach when it's clean and when it's unclean
Anche senza ascoltare il disco, potreste immaginarvi la infinita polemica che poi ne scaturì. Venne accusata di satanismo, la Santa Sede ci ridà con l'accusa di sacrilegio e poi tabloid che eccetera eccetera. Ancora più seccata dell'ipocrisia dei suoi promoters, Diamanda dichiara candidamente "The promoters were afraid of presenting me in church because my work is perceived as Satanic, which it is. But at the same time, my work is profoundly liturgical and religious." Le sue stesse parole, nella difesa "morale" del proprio lavoro, hanno un tono sarcastico notevole. Dire che era semplicemente incazzata col mondo perchè nel 1986 il fratello Philip Dimitri (regista e drammaturgo geniale) moriva di AIDS è mistificare l'intento di un'opera di ampiezza ben maggiore rispetto ad una semplice sfuriata. L'uso del Levitico (il libro che sanciva le leggi osservate nella tribù di Levi) non va visto come funzionale ad una celebrazione -satanica o no- ma come tassello per un concept di portata enorme, che probabilmente ne chi occupava le poltrone VIP quel dì del 1990 ne i vari Ruffini e Ratzinger riusciranno mai a capire.
Se il Dio dell'Antico Testamento viene usato come giustificazione per qualsivoglia scopo, questo Dio ora scomodato dalla Galas rappresenta più la società globalizzata odierna che altro, mentre l'Anticristo in cui si "reincarna" lei stessa è più verosimilmente parodia del suo ruolo scomodo di artista "politica". Quale modo migliore ha l'uomo per sconfiggere il nemico se non demonizzandolo? Emarginandolo totalmente? Negando la sua esistenza?
Come chi ha il potere ha sempre teso a comportarsi in questo modo, questo è il processo che i media operano verso chi non si omologa, verso chi è in prima linea per i diritti e la tutela delle donne, sieropositivi, omosessuali, minoranze etniche, emarginati dalla società. Gli affamati del terzo mondo, il genocidio turco, i malati di AIDS dimenticati negli ospedali, chi cerca di ribellarsi e viene annientato dalla polizia.
Questo disco è un pugno in bocca per quei destrosi che si coprono di valori cristiani senza mai averli capiti, indossandoli come un vestito Dolce e Gabbana per poi risplendere in un galà di personalità mediocri. E c'è chi non crede che arte e politica possano andare ancora a pari passo. Perchè? Il termine politica, analizzando la radice semantica greca, significa "etica della polis" e almeno nell'epoca di Pericle ogni manifestazione artistica aveva qualcosa da trasmettere ai suoi fruitori, seppur in maniera assolutamente semplice. Ma il più delle volte gli "artisti" dall'elettroencefalogramma piatto si accontentano anche di "sole cuore amore" pur di avere dei passaggi garantiti dalle varie MTV internazionali e farsi un pò di soldi. Saranno destinati ad ingrassare i conti delle banche, ok, ma resteranno in vita nella nostra mente per ciò che ci hanno dato? Ciò che ci hanno trasmesso? Per ciò che ha cambiato indelebilmente la nostra esistenza? In una società che conta più sull'avere che sull'essere, parole come quelle della Galas rischiano di volare come foglia al vento, ma il dolore e la rabbia, scaturiti dalla mente di questa donna geniale, rendono giustizia a tutte quelle persone che nel mondo non hanno voce in capitolo. Definitivamente un capolavoro dell'arte moderna: musicalmente e non.
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