I capolavori tra i capolavori della musica rock si distinguono dai già grandissimi dischi per aver segnato una svolta epocale, contenere quelle canzoni che sono diventate inni per le generazioni degli anni '70 e '80, avere dato vita a nuovi stili, generi musicali o semplicemente aver avuto un grande impatto sulla massa. Generalmente questi capolavori assoluti sono stati incensati dalla critica, hanno venduto vagonate di milioni di copie, e sono tuttora dei must per molti nostalgici e nuove leve che si interessano al culto rock. Se negli anni '70 e '80 il rock aveva detto molto, considerando anche i suoi derivati metal e punk (rock è un termine molto ampio), nei Nineties anche considerando la scena di Seattle, il rock è arrivato ad un punto di non ritorno (chiamasi morte artistica), tutti gli stili sono stati sperimentati e approfonditi. Il metal cerca tutt'ora di tirare avanti, ma per quanto possano essere ottime le prestazioni delle band attuali, sono sempre delle riproposizioni di cose già fatte. Il punk è morto dove è nato.
Tornando sul sentiero principale: il disco in questione è uno dei più importanti della storia del rock perché porta alla congiunzione di due generi (Hard Rock e Heavy Metal), ma diversamente da altri capolavori, non ha venduto ciò che forse avrebbe meritato (comunque la musica non va valutata sulla base delle vendite).

Se qualcuno conosce i Diamond Head oggi, lo deve quasi ed esclusivamente ai Metallica, che coverizzarono metà di questo LP (vedasi "Garage Inc."). Parlando di questo disco bisogna prendere in considerazione non solo il rock dei Seventies, ma anche i due principali filoni del metal, quello nato sotto l'egida dei Judas Priest e quello efferato e nichilista dei Metallica. Questo è il punto intermedio tra Led Zeppelin e Metallica. I riff sono abilmente camuffati in stile Hard Rock e con una corretta chiave interpretativa, quella usata da Hetfield and co., si poteva capire che erano già metal. Sean Harris canta come Robert Plant e suona la chitarra ritmica (Hetfield?), Brian Tatler è metà Page e metà metal, Colin Kimberley è già un bassista heavy, ed è lui la colonna portante della sezione ritmica, Duncan Scott segue dei ritmi classici, forse troppo poco potenti (questo è uno dei fattori che mette questo album nel limbo tra Hard Rock e Heavy Metal), ma ciò non è assolutamente un difetto.

Se è stato detto che i Metallica con "Kill'em All" avevano messo in pratica gli insegnamenti dei Motorhead, i Diamond Head non ebbero meno importanza nell'influenzare i Metallica stessi. Gli inventori del Thrash Metal (c'è chi chiama questo Heavy e i Maiden Classic) eseguivano già nell'81 le canzoni dei Diamond Head appesantendole maggiormente. Il riff portante di "Am I Evil" lo ritroviamo riproposto più volte come forma in "Kill'em All". Carica e velocità Motorhead e riff Diamond Head, ecco cos'erano i primi Metallica. Se sto menzionando i Metallica svariate volte, è perchè le band devono qualcosa l’una all'altra. I Diamond Head sono diventati famosi grazie alle loro canzoni pubblicizzate ed eseguite live dai Metallica. I Metallica sono stati ispirati dai Diamond Head e anche grazie a loro, hanno venduto più di 50 milioni di dischi.

Prendendo singolarmente ogni canzone, c'è da dire che sono tutti dei capolavori.
"Lightning To The Nations" è metal suonato con spunti Hard Rock. Riff veloci, cavalcanti e coinvolgenti.
"The Prince" ha un incedere originale e veloce. Il basso è quasi al volume della chitarra, Tatler dipinge un favoloso assolo nel bel mezzo della canzone, mentre la batteria, come già stato detto, ha sempre quel limite di non incidere quanto il basso nella sezione ritmica.
"Sucking My Love" è il brano più lungo (9.31), più complesso come struttura e dove Harris si avvicina maggiormente a Robert Plant, con tanto di gemiti orgasmici. Bellissimi i due assoli centrali, dove anche la fuga solitaria del basso trova gloria.
"Am I Evil" è la canzone metal, e lo si capisce sentendo Harris che scende di tonalità. Introduzione stile marcia militare, poi la chitarra, dopo il veloce assolo, attacca con un riff granitico portandoci fino al ritornello. "Am I Evil? Yes, I Am" è una frase che ogni metallaro dovrebbe ormai conoscere. La canzone è aggressiva, ma come se non bastasse aumenta ancora di tono e velocità. Pure la sterile batteria trova una certa aggressività. Durante l'assolo, il riff di Harris sembra il diretto antenato di quello di "The Four Horsemen".
"Sweet And Innocent" è pura adrenalina, totalmente diversa dalla precedente, più Hard Rock che metal. Harris sale nuovamente di un'ottava e l'ennesimo capolavoro è compiuto.
"It's Electric" è puro rock'n'roll. Harris canta veloce e aggressivo. L'assolo è Metal. Un Classico.
"Helpless" parte a passo di carica, riesce ad essere ancora più veloce, il ritmo varia e il cantato è molto coinvolgente. Un capolavoro assoluto.

Consiglio questa perla a chi apprezza le band della New Wave Of Britsh Heavy Metal, oppure a chi vuole conoscere e approfondire le origine dei Metallica.
Uno dei 10 dischi più importanti della storia del metal e anche uno dei più sottovalutati. Epocale.

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