"E anche tutto quel che avviene intorno a me, pare che non avvenga qui ...."
Melodie semplici, arrangiamenti minimali, una chitarra, a volte un violoncello, una voce simile ad un leggero alito di vento, sono questi gli elementi principali di "Fantasia Ball" (Love Boat - 2003), secondo album di Diana Darby.
Questa cantante americana, di origini Texane, ma residente a Nashville, non ha bisogno di effetti scintillanti per trasmettere un’emozione. La sua musica è essenziale.
La stessa bellissima copertina del disco, caratterizzata da alcune pennellate di colore su uno sfondo bianco, nella sua semplicità si lega magnificamente con la musica dell’album.
La semplicità, d’altra parte, è un’arma a doppio taglio. Se non ben calibrata, può condurre facilmente alla banalità e di conseguenza alla noia. Ma non sembra questo il caso di Diana Darby, perché "Fantasia Ball" riesce ad essere un disco molto piacevole, capace di creare atmosfere seducenti, calde, malinconiche, notturne, non tristi, ma soprattutto mai noiose.
Meritano una menzione anche i testi rassicuranti (If It Feels Good), bucolici (Summer), romantici (Fly Away).
Ascoltando la sua musica si percepisce una generale sensazione di calma e leggerezza, dalla quale è piacevole essere avvolti. Sotto questo aspetto Diana Darby può essere assimilata a Thalia Zedeck.
Mantiene, comunque, una sua originalità di fondo, datale in dono dalla sua bella voce, impalpabile come le ali di una farfalla e lieve come un sussurro, da ascoltare soli, al buio, sotto una coperta calda, desiderosi di scrutare il proprio cuore e alleggerirlo da fardelli e amarezze.
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