1997, strabiliante esordio discografico per questo atipico trio post-rock da Chicago, batteria e due bassi, ma non immaginatevi semplicemente un basso che fa il basso e l'altro che s'arrangia in qualche maniera per ovviare alla mancanza di chitarre, sono due bassi dal suono più flat che esista, niente effetti stranianti, delay o cose da chitarristi mancati.
La loro opera prima è un disco compatto, niente divagazioni, momenti morti, solamente due bassi e una batteria, in due brani si intromette l'apatica voce di Jay Ryan e la cosa era francamente evitabile… Nessun brano spicca sugli altri, questo non è il post rock di Mogwai o GYBE!, siamo più vicini agli Slint, non ci sono muri di suoni o momenti evocativi, il senso dell'album sta proprio nella composizione, è un po' come leggere la sceneggiatura di un film senza guardarlo… ma i Dianogah sono degli ottimi sceneggiatori: i bassi di Jason Harvey e Jay Ryan costruiscono trame quasi barocche, arpeggi che si concatenano, melodie nervose, prelibati tecnicismi, il tutto accompagnato dal drumming essenziale ma non per questo semplicista di Kip McCabe.
I brani sono relativamente brevi, i crescendo sono rari e non terminano mai con le classiche esplosioni sonore del genere, i cambi di ritmo avvengono in maniera quasi subdola, sembra che i tre non vogliano farci accorgere di ciò che succede. Di derivazione marina i migliori episodi "Plankton & Krill" e "Between the ship and the Land", ma queste sono le impressioni degli ultimi ascolti, perchè ogni volta si scopre qualcosa di nuovo (frase abbastanza ovvia per una recensione ma d'altronde è così).
Fattore emotivo: nullo… o meglio, non è un disco triste, come molti album del genere, ovvio, non è nemmeno un disco da mettersi ad una festa, i Dianogah riescono a produrre una musica neutra che parla solo al cervello, il piacere dell'ascoltatore sta nel confrontarsi con le soluzioni proposte, nell'apprezzarne le strutture perfette, anche il cantato (ripeto: evitabile), non vuole assolutamente aumentare il pathos dell'insieme.
Fatevi prendere da questo turbine di non-emozione e procuratevi questo disco.
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