Nel sistema giudiziario statunitense, i reati a sfondo sessuale sono considerati particolarmente esecrabili. A New York opera l'Unità Vittime Speciali, una squadra di detective specializzati che indagano su questi crimini perversi. Ecco le loro storie....
E si parte; si inizia,si,ma c'è il rischio di non finire.Puoi entrare,passi 40 minuti (o poco più) e poi esci, solo che ti accorgi di non essere tanto integro. E più lo spettacolo si fa crudo, più lo guardi, attento, con la concentrazione che aumenta sempre più. Cerchi qualcosa, ma non sai cosa. Forse un po di umanità: fa paura vedere il male cui ci si trova davanti. La cerchi disperato,perchè non è possibile che stia succedendo davvero. Poi ti accorgi: l'umanità ce l'hai,è sempre stata li davanti a te,solo che la devi tenere nascosta, perchè se i sentimenti affiorano, sei fottuto.
Ma di che cosa parla quindi sto S.V.U., spin-off della serie Law & Order? Parla della New York che sta sotto quei palazzoni enormi, oscurata dal timore di poter sembrare impaurita. E non è certo in seguito al 2001 che l'America tutta ha iniziato a tremare (ma questa è un'altra storia). Parla della New York sporca, ma non quella dei ghetti, dove la vita fa la puttana a più non posso; è una New York che nemmeno merita attenzione quella. No, io sto parlando della Big Apple dei crimini più orrendi, che coinvolgono tutti, dalla famiglia più ricca e influente al muratore di fianco a casa di tua zia che vive proprio da quelle parti. Unità Vittime Speciali: se hai tutto da perdere devi assolutamente farne parte.
Christopher Meloni, Mariska Hargitay, Richard Belzer, Ice-t (si si, l'imbecille che rappava cop killer, quello del real gangsta shit, proprio lui), Dann Florek, B.D. Wong e tanti altri di cui poco ci importa. Più o meno. Tutti al vostro servizio, tutti pronti a dare battaglia contro la perversione più estrema che trasforma le peggiori fantasie in una realtà assurda. Stupratori, pedofili, psicopatici e chi ne ha più ne metta. E non c'è gloria, solo una tonnellata di merda alla fine di ogni episodio. Dick Wolf lo sa come fare lo stronzo, e lui ci gode a spingersi sempre più a fondo, divertendosi a ostentare la violenza insita all'interno degli uomini. Ma alla fine Wolf non fa altro che mostrare una realtà dura, fastidiosa, che tentiamo inutilmente di tenere nascosta. Vi abbiamo beccato New York.
La violenza non sta nel sangue, ma all'interno dei racconti di ogni singola vittima, o all'interno delle confessioni dei criminali. E tu sei li, che ascolti, cerchi un senso, ma il più delle volte il senso non c'è. L'unica risposta plausibile: perchè no?
E anche i vari protagonisti non lo capiscono: sanno cosa combattono, ma non cosa spinge i loro nemici ad attaccare. Si sono rassegnati a capirci qualcosa e ora devono combattere tra l'autocontrollo e il desiderio di perdere la testa. Ognuno con i suoi drammi, ma c'è davvero poco tempo per parlarne. Il caso ha la precedenza.
Volete degli aggettivi che meglio sintetizzino il contenuto della serie tv? Violenza, claustrofobia, disperazione bla bla bla. è La New York che appare come un tunnel buio, dove non c'è alcuna luce a guidarti. Solo perversione. Ecco quali sono le loro storie.
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