"Ein kleines bisschen Horrorschau" è una delle opere più importanti del rock tedesco - e direi - anzi europeo. L'album inizia con un'introduzione beethoveniana (dalla Nona Sinfonia) e subito dopo parte la ballata rock "Hier kommt Alex": "In einer Welt in der man nur noch lebt / damit man täglich roboten geht..."
Benvenuti nell'horrorshow di 'Arancia meccanica' in versione teutonica!
Correva l'anno 1988. Die Toten Hosen partecipavano a uno spettacolo teatrale tratto dal celebre romanzo di Anthony Burgess. Fu proprio allora che iniziarono a scrivere una sorta di colonna sonora di 'Clockwork Orange'. Che è anche il loro commento marca punk-rock agli eventi che accadevano - e accadono - in Germania. Ne esce fuori un concept album geniale, ovviamente apprezzabile soprattutto da chi conosce l'idioma tedesco. Il secondo track, "1000 gute Gründe" ("Mille buoni motivi"), parla del fenomeno del nazionalismo; il settimo, "Mehr davon" ("Di più!"), tratta della dipendenza dalle droghe (nel caso specifico rappresentate dalla musica classica con cui Alex "si rimpinza" prima di commettere i suoi atti di violenza)... Ma le virtù musicali di questo prodotto prescindono addirittura dai testi, il cui senso, almeno in linea di massima, potrebbe essere compreso da chiunque con l'ausilio di un buon dizionario.
Il gruppo del frontman Campino (da Düsseldorf) si differenzia dagli amici-rivali di sempre Die Ärzte (berlinesi) per la loro più chiara posizione critica nei confronti dei soprusi e delle ingiustizie nelle democrazie occidentali e per il più esplicito rifiuto di ogni forma di totalitarismo. Fino a 'Never Mind the Hosen', questo loro messaggio era pieno di ironia e nonsense. Con 'Ein kleines bisschen Horrorschau' la band spicca un gran balzo, abbandonando il sentiero del Deutschpunk da allegre riunioni intorno a un falò ("Eisgekühlter Bommerlunder") per toccare tasti più dolorosi e dunque più realisticamente sociali, che verranno ripresi negli album 'Kauf MICH!' ("Comprami!"), 'Opium fürs Volk' ("Oppio per il popolo"), ecc.
La produzione del disco è perfetta; la simbiosi di rock e classica (quest'ultima presente negli intermezzi dalla Nona di Beethoven) e la qualità di tutti i brani dimostrano che Die Toten Hosen non si accontentano di suonare "i soliti tre accordi", ma che sono musicisti a tutti gli effetti. Nel racconto delle peripezie di Alex, giovane ribelle che in ultimo viene convertito a una vita "ordinata", si riflette l'atteggiamento in fondo sottomesso di tutta una generazione.
'Ein kleines bisschen Horrorschau' fu il primo grande successo commerciale della band e il trampolino che li lanciò definitivamente anche all'estero.
Carico i commenti... con calma