Pare che in tempi di crisi bisogna assolutamente distrarsi: si insomma fuggire un attimo dalla realtà per recarsi in un mondo di fantasia, dove tutto è bello verde e marrone, non è un male.
Allora ecco la giusta colonna sonora per quei sogni al limite dell'assurdo, ma comunque belli: sex packets.
Targato 1990, l'album in questione è diventato un vero e proprio capolavoro della musica rap, grazie alle sue sonorità così psichedeliche, da cui pare sia impossibile sottrarsi; eh si i digital underground, grazie al loro stile alternativo, sono riusciti a farsi distinguere in un panorama conteso tra gangsta e hardcore rap.
Pronti quindi a lasciarvi trascinare nel deviato universo di shock g: personaggi assurdi, creazioni folli e rime inusuali, il tutto coronato da sonorità nuove, che si dividono tra p funk e jazz; questi sono gli ingredienti per un album incredibilmente fresco e genuino, anche a distanza di 21 anni.
Pronti quindi a muovere le chiappe mentre ascoltate pezzi come the humpty dance, underwater e freaks of the industry (che roba il loop di piano in quest'ultima) o a lasciarvi andare completamente mentre ascoltate pezzi come packet prelude, sex packets o packet reprise, un'antologia su una droga che provoca allucinazioni a sfondo sessuali e orgasmi continui (niente male eh?); da morire dal ridere poi pezzi come the way we swing (noi lo facciamo così) e packet man (cerchiamo di appioppare a qualcuno questa droga). Ultima annotazione sugli intermezzi jazz, che, nonostante la loro importanza sia relativa, riescono a rendere l'idea di completezza.
Un album con uno stile tutto suo, da ascoltare se siete degli appasionati del genere e se avete bisogno di sollazzarvi un pochino; fateci un pensierino....
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