For All Tid (per sempre) è il disco di debutto di un gruppo: essendo il primo il disco più difficile, si vuole dare fiducia al nuovo gruppo - ancora in fasce a livello compositivo - e lo si incoraggia.
Ma For All Tid non è il debutto di un gruppo normale, bensí il primo cd (se si escludono demo e amenità varie) dei norvegesi Dimmu Borgir.
Ed è qui che all'incoraggiamento dovuto al "fattore debutto" si aggiunge l'incoraggiamento dovuto al fattore "primo album di una band LEGGENDARIA"; è qui che l'album viene rivalutato non poco, anzi viene addirittura sopravvalutato.
Se questo fosse stato il cd di un gruppo sconosciuto, la Nuclear Blast non lo avrebbe ristampato (tra l'altro utilizzando in copertina lo stesso carattere che utilizzano per i Children Of Bodom …che tristezza), permettendo ai luminari della carta stampata e virtuale di tessere lodi infinite sul mood malinconico, sulla complessa norvegesità delle composizioni e su altre stronzate che nemmeno loro sanno ca**o vogliano dire.
Per carità, il disco è molto bello, classico black-gothic metal alla Dimmu con qualche spunto death piuttosto originale. Anche se penalizzate dal fattore produzione, ho notato che le canzoni sono come legate tra loro da una filo, quasi fossero un'unico lunghissimo pezzo (l'unica che si discosta è Stien, dimostrazione di come con due riff si possa fare una grande canzone).
Secondo me le canzoni avrebbero bisogno di essere completamente riviste dai Dimmu e riarrangiate, come hanno fatto per la (divenuta) splendida Raabjorn Speiler Draugheims Skodde (anche qui come in Stormblåst tutto in norvegese). Il songwriting è piuttosto semplice e manca l'apporto decisivo della tastiera.
In definitiva un disco discreto che riarrangiato diventerebbe un CAPOLAVORO.
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