Un EP di formazione per una delle migliori band black symphonic metal.

Album crudo e potentemente autoreferenziale, che non tralascia però l'inquietante retroscena melodico che ha fatto grande "Enthrone Darkness Triumphant". La prestazione vocale di Shagrath è veramente esaltante nella pesantissima, crudele, violenta opener "Moonchild Domain". Cantata totalmente in un growl profondo, rauco, feroce, senza intermezzi dell'appena accennato scream caratteristico del cantante, possiede un ritmo ossessivo, rimbombante e angoscioso. Probabilmente la migliore perla dell'album. Direttamente vomitata dagli inferi invece la lunghissima "Chaos Without Prophecy" è incentrata su un eccelso lavoro di Nagash, possiede una forza febbricitante e brutale. Shagrath risperimenta in essa la tecnica vocale che un anno prima portava al successo "Enthrone Darkness Triumphant". Ottimi anche gli assoli di chitarra dal terzo minuto e dieci secondi di ascolto per i venti secondi successivi. Forse troppo tecnica, ma non per questo meno bella.

Disseppellita dalla polvere e dal tempo (occulta citazione per il mio amico Hatemoornet:vediamo se riesci a capirla) terrificante nella sua nuova tinta, l'indimenticabile "Hunnerkongen"...uno dei pochi casi in cui la minore grettezza della registrazione non altera il devastante fascino dell'antico furore. Un capolavoro Black d'altri tempi. La quarta posizione spezza l'atmosfera oppressiva con la tastieristica, sognante di incubi nordici,  riadattazione di "Raabjorn Speiler Draugheimens Skodde"...il gelato brivido che ci aveva trasmesso l'indimenticabile "For All Tid" ripercorre la spina dorsale con rinnovato vigore. Shagrath si esibisce in uno scream in piena regola nello splendido finale a sfumare. Un arpeggio lancinante apre la quinta traccia...possibile? eppure...indovinato: è "Metal Heart", masterpiece degli Accept...cantata in uno scream particolare, infiammato da picchi growl, è soprattutto un virtuosismo chitarristico. Indimenticabile l'assolo crescente. E, infine, tre eccelse prove live: "Stormblast", "Master of Disharmony" e "In Death's Embrace". Il gruppo non perde un colpo sul palco. Indimenticabile in particolare "Stormblast" in cui Shagrath fomenta il pubblico, urlando "Sons of Satan, gather for Attack!". Bellissima anche "In Death's Embrace"...gelo nordico, atmosferre oppressive e violenza black fanno dell'album un must per ogni cultore del gruppo...

"...we're the black-hearted Angels, fallen from grace..."


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