So che di "Stormblåst MMV" c'è già una recensione, ma nonostante ciò ci tenevo a dire la mia opinione, sempre tenendomi pronto al linciaggio. Allora, posso capire che i Dimmu Borgir hanno fatto un buco nell'acqua, e che tutti i fedeli al True-Fucking-Norwegian-Black-Metal d'altri tempi non hanno potuto che storcere il naso di fronte al tentativo poco riuscito di migliorare un capolavoro irripetibile.

Oltre ad essere un'azione più che temeraria, il vero motivo di questo "ritorno alle origini" è più che comprensibile ($$$). Danari e commercio, evidentemente necessitavano di un incasso extra. Non ho creduto tanto alle giustifiche di Shagrath scritte sulle prime pagine del libretto, qualcosa come "Ora che abbiamo le risorse adatte e più avanzate di dieci anni fa, possiamo sentir suonare l'album come ce lo aspettavamo realmente [...]. Possiamo dormire più tranquilli sapendo che ora Stormblåst è come noi lo volevamo".

Ma, per quanto possa essere screditante questa messinscena, io non ho trovato il cd così deludente. Da parte mia ritengo che la sufficienza, per quanto scarsa possa essere, la raggiunge. Parliamo ad esempio dei confronti tra le due versioni dell'album; "Alt Lys Er Svunnet Hen" peggiora e migliora allo stesso tempo: tutti sentiamo la mancanza del primo minuto e mezzo di tastiera presente sulla versione vecchia, ed è messa meno in risalto nel corso di tutta la canzone. Si sente, certo, ma offuscata da chitarre molto più potenti, più... Pesanti? Ovvio, la produzione è migliorata di tanto, tutto si amalgama molto bene, a scapito però dell'atmosfera densa, nebbiosa e palpabile ormai persa del primo cd. Un punto più che discutibile. "Broderskapets Ring" è abbastanza migliorata, i riffs sono più convincenti, e qui sentiamo l'aggiunta di cori verso i quattro minuti; nulla di eccellente, la nuova track non è riuscita a creare un abisso così evidente con l'altra. Si sente invece la mancanza di cattiveria con "Når Sjelen Hentes Til Helvete", dove l'arpeggio iniziale è molto, molto più pulito e orecchiabile, seguito poi da altri riffs di chitarra discreti e apprezzabili; nella parte centrale dove predomina più di un minuto il pianoforte possiamo notare alcuni piccoli elementi extra che hanno contribuito a migliorare il tutto (l'organo che fa capolino ad esempio). Forse l'introduzione di questa canzone è un po barcollante, ma riesce a riprendere stabilità progredendo. E poi abbiamo la seconda parte di "Sorgens Kammer". Dove sono quei bellissimi sei minuti malinconici di pianoforte? E perchè adesso sento una canzone irritante, per nulla godibile? E la voce poi fa acqua da tutte le parti, qui i Dimmu Borgir danno proprio il peggio di sè. Assolutamente evitabile e poco importante, uno dei pezzi che mi sono rifiutato di ascoltare dopo neanche due minuti. E passiamo poi a "Da Den Kristne Satte Livet Til"; orrendo orrorevole orrore. Non basta la presenza di Hellhammer alla batteria per rendere un brano sparatissimo di buona fattura, e questi pochi minuti che i cari Dimmu ci dedicano sono i più brutti che abbia mai sentito, senza però contare le brevi parti in tastiera.

Passato l'incubo, troviamo con piacere la title track, e finalmente non c'è niente fuori posto, è uno dei brani meglio fatti dell'album, tastiere molto in rilievo, produzione sempre molto elevata e pianoforte finale da urlo. "Dødsferd" e "Antikrist" sono cambiati molto rispetto ai precedenti, pure nei testi: quello che prima era Dødsferd, ora è diventato Antikrist, e viceversa. Direi che forse è stata azzeccata come scelta, basti guardare le traduzioni. In ogni caso, gli elementi aggiuntivi degni di nota sono i cori gregoriani nella prima, molto atmosferici. Per il resto, tutto abbastanza come prima, apparte la produzione più buona come al solito, quindi non può essere che apprezzato. Poco entusiasmate risulta essere "Vinder Fra En Ensom Grav", mentre troviamo "Guds Fortapelse" migliorata, con tanto di rintocchi di campana e riffs incrociati, e ancora i cori che si fanno sentire contornati dalle tastiere. Ma non è finita qui, infatti la bonus track "Avmaktslave" è bellissima, ben pompata e alza di molto la media dell'album, un capitolo che ho apprezzato molto.

Una stella se la guadagnano per la produzione, l'altra stella è per la tecnica che ovviamente ai Dimmu non manca, mentre la terza stella, alquanto sudata, è per quei brani che sono riusciti a migliorare; una stella in meno per gli altri brani che hanno solo rovinato, e per citarli tutti: "Sorgens Kammer", "Da Den Kristne Satte Livet Til", "Vinder Fra En Ensom Grav", e una piccola parte di "Alt Lys Er Svunnet Hen" che comunque mantiene la sua bellezza; l'altra stella la tolgo per aver smielato l'atmosfera dell'album originale e quindi radicalmente cambiato l'impatto con la musica. A quelli che adesso hanno intenzione di affibbiarmi un bell'1 o 2, chiedo di pensarci... Perchè potremmo dare altre possibilità, in fondo è un cd che non necessariamente dobbiamo buttare così su due piedi, e per quanto possa essere distante e poco inerente ai tradizionali canoni black, è pur sempre di buona fattura, con almeno una buona base e dei buoni capitoli che non vale la pena di trascurare o addirittura rifiutare così categoricamente.

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