J è un tipo strano, almeno quanto me: capelli lunghissimi bianchi, panzella d'ordinanza e sempre qualche indumento viola. Non apre bocca se non è obbligato e quando parla sembra miagolare. Dicono che sia un tipo di un'antipatia solare, di quelle che proprio devi affogare nella violenza. Infatti, saranno 15 anni che Lou non gli parla perchè verso l'89 scazzarono di brutto: meglo cosi, J non voleva che Lou parlasse... <<Zitto e muto, gli accordi sono questi, suona e non rompere le palle>>. Ma a Lou, povero sprovveduto, non stava bene e decise allora, al suono di tanti fuck you, di metter su una nuova band, i Sebadoh, con tante belle canzoni e alcuni album del cazzo.
Per molti anni ho creduto che la musica dovesse grondare di qualcosa... sangue, sudore, lacrime, ma comunque deve grondare.
Non è vero. La didascalia musicale al testo è di un noia mortale, una martellata sulle palle, una messa alle 8:30, una cosa fin troppo semplice.
Voglio parlare di cose tristi e lo voglio fare col sorriso stampato sul volto. Voglio quasi commuovermi nella mia tristezza mentre la gente pensa a come ballare la mia musica, oppure voglio esser svogliato e fare però musica destinata ad invogliare qualcosa che non sia un suicidio.
"Bug" è il loro terzo disco, quello che J preferisce, quello che io preferisco, quello che ha cambiato la mia idea di musica. Ripulito e più a fuoco rispetto ai precedenti. Le melodie... non ho aggettivi. Le chitarre... Idem. A tratti onirico mi porta via e cantiamo, cantiamo assieme. Io sono stonato, J peggio di me e Neil nemmeno scherzava, ma siamo belli, le canzoni sono belle e possiamo tutto. Cantiamo sotto la doccia, cantiamo in treno, cantiamo in macchina, cantiamo al supermercato, cantiamo fino a quando qualcuno non si incazza. E allora questo non sarà il tuo disco preferito, ma nella storia della mia vita tu non conti. Non eri tu ad accompagnarmi ogni mattina al liceo e non eri tu nemmeno a correre con me nelle campagne napoletane col contadino che voleva impallinarci.
Insomma questo disco sono io e io voglio bene a J. Non sono sicuro che lui ne vorrebbe a me, ma non fa niente... mi accontento di una sua chitarra. Sara rock? Boh, credo sia più pop che rock, comunque uno di quei dischi che fanno parte della mia storia personale, uno di quelli che mi rimane dentro, che amo.
Il mio pensiero, su gli urli finali di Don't, va al amico Lou, figliol prodico, buon cantautore, nerd svogliato. Lou, in questi casi a Napoli si dice: appuojc ò cul a copp.
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