Gente è estate. Serve divertissement fresco e gioviale, qualcosa che quando finisce vi lascia la voglia di campare.
Quindi, aprite le finestre, gettate giù i vostri dischi lenti e ossesivi (quella è robba invernale e per essere tristi di tempo ne avete a palletta), svestitevi e vestitevi con indumenti tipicamente estivi: camicia hawaiana, bermuda e converse, occhialone da sole e berretto.
Bene, ora che sembrate dei minchioni siete pronti per esser pestati da un bulletto di periferia e per sto dischetto.
Green Mind, classe 1991, è il primo disco della nuova era dei Dinosaur Jr dove J Mascis riesce a dare vita alle sue tentazioni dispotiche. Lou Barlow viene allontanato (formerà i Sebadoh) e Murph è ridotto a semplice comprimario utile in sede live e per qualche canzone studio. Insomma J fa tutto da solo (registra, suona, produce) istituzionalizzando lo stile precendentemente percorso lungo i 36 minuti di Bug e allondanando definitivamente gli assalti sonici di Dinosaur e You're Living All Over Me.
Eccessivamente sottovalutato, sto disco contiene delle canzoni che possono essere considerate tranquillamente tra le più belle degli anni 90 e della intera discografia dei Dinosaur Jr. Ad esempio: "The Wagon", singolo da 4 minuti e 55 secondi, presente anche dal vivo su 1991: The Year Punk Broke, si apre diretta (al primo secondo c'è gia tutto) e la voce di J, indolente, timida, acomunicativa, la fa da padrona piantandosi per millenni nella testa di chiunque l'ascolta. "Blowing It": arpeggio che fa coincidere chitarra distorta e chitarra acustica, ritmo tribale, ritornello melodioso come pochi... Un gioiello Pop. La mia preferita è "Water". Il perchè non lo so. Mi piace il riff iniziale che se fosse distorto farebbe venire giù tutto, mi piace il tono onirico della voce, mi piace il ritornello in cui la leva del vibrato fa molto retrò. "Thumb" è un finale perfetto per qualsiasi disco con il suo esser sommessa, pacata, pastorale, e invece no. Il cerchio si chiude con "Green Mind" che sembra il riassunto di tutto quello ascoltato precedentemente... il ritornello è uno sballo. Ad ogni modo si possono utilizzare mille parole per descrivere lo spirito che pervade Green Mind (il disco, non la canzone) ma sicuramente è più esplicativo guardare la copertina che più azzeccata non poteva essere.
Questo disco per me è uno di quelli che conosci così bene, perchè l'hai consumato in anni e anni di ascolti, che preferisci non ascoltarlo in quanto credi di non poter aggiungere nulla di nuovo a quello che già sai e alle emozioni provate in passato. Io odio il mare e soprattutto odio andare a mare, ma una volta inserito sto dischetto nello stereo il recarsi, attraverso l'afa, lo smog, il traffico, e il restarci, è stato piacevole. Avvolte basta poco. Il problema è che non ho capito: incomincia a piacermi il mare o è questo disco che mi prende di brutto? Boh. Nella paura di abbronzarmi l'esperimento non sarà ripetuto.
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