Siamo nel 1987 e la formazione dei "Dio" si appresta a rilasciare al pubblico la sua ultima fatica: "Dream Evil".
E' questo il loro quarto album, e fino ad ora non hanno mai deluso, sfornando capolavori come "Holy Diver", "Last In Line" e "Sacred Heart". La formazione è variata rispetto al passato, ed ora alle chitarre troviamo Craig Goldie, con questo album di certo non delude le aspettative.
La copertina dell'album rispecchia appieno il disco, cupo, malefico, ma anche divertente (notare la mano demoniaca che fa le corna sotto il letto). Il satanasso nero, ancora presente, e questa volta andrà ad inquietare una povera bimbetta, che dorme tranquilla nel suo letto ignara dei pericoli.
Eccoci quindi alla tracklist dell'album:
- "Night people"
- "Dream evil"
- "Sunset superman"
- "All the fools is sailed away"
- "Naked in the rain"
- "Overlove"
- "I could have been a dreamer"
- "Faces in the windows"
- "When a woman cries"
L'album si apre con "Night people", che ci proietta in un'atmosfera di luci al neon lampeggianti fin dalle prime tre note; Dio fa subito capire che la sua prestazione sarà al livello delle precedenti, tecnicamente ineceppibile, dalle cadenze e il timbro aggressivi. Vinny Appice riesce a dare la carica a una canzone che altrimenti si sarebbe basata quasi esclusivamente sul cantato, ma che alla fine risulta piacevole.
Si procede all'insegna della Title Track, "Dream Evil", un ottimo pezzo, forse musicalmente più curato del precedente, dal ritornello accattivante, che, abbinato a un bellissimo riff chitarristico lo rende uno dei migliori brani dell'album.
La terza traccia, "Sunset Superman", parte alla grande, risultando un pezzo veloce e dalla carica quasi disperata, ma poi si perde i uno stupido ritornello, ripetuto all'infinito nell'ultimo minuto della canzone.Peccato.
Ed eccoci arrivati al pezzo che a mio avviso rappresenta il culmine dell'album: "All The Fools Sailed Away", ovvero un tripudio di sensazioni che spaziano dalla rabbia alla malinconia per tutti i 7 minuti in cui Dio e compagni ci tengono isolati dal mondo con le loro note. Tra i musicisti c'è grande intesa, e tutti, nessuno in maniera maggiore rispetto agli altri, contribuisce a fare di questo brano il capolavoro di "Dream Evil".
Segue "Naked In The Rain", un buon pezzo, relativamente lento, che stupisce ancora con un ritornello e un riff che raramente si trovano altrove. Eh già, perchè i riff di Craig Goldie saranno pure semplici se paragonati a quelli di altri chitarristi, ma,mi permetto di dire, preferisco mille volte i suoi a quelli freddi e puramente tecnici di molti altri.
Ancora una scarica di adrenalina ci viene iniettata da "Overlove", veloce e cattiva in pieno stile Hard&Heavy; ancora una volta un'ottima prestazione della formazione dell'elfo.
Le tre tracce che chiudono l'album, "I could have been a dreamer", "Faces At The Window" e "When A Woman Cries" sono anch'esse buone canzoni, benchè, fatta eccezione di "Faces At The Window" sono risultate, almeno per me, un gradino sotto le precedenti, una sorta di riempimento di un album che altrimenti avrebbe rasentato il livello di "Holy Diver".
Particolarmente degna di nota la strutturazione dei ritornelli, che è simile in molte canzoni, così come l'immancabile riff di metà canzone e il discreto utilizzo delle tastiere di Claude Schnell, che contribuiscono alla creazione di ottime atmosfere.
In definitiva "Dream Evil" è un buonissimo album, di poco inferiore ai predecessori, ma che comincia a far venir a galla la successiva carenza creativa che il gruppo dovrà affrontare nella composizione di "Lock Up The Wolves".
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