I Dionisia si formano a Roma nel 2006, su iniziativa del vocalist Marco Vallini (classe 1983).

La loro musica si può catalogare come cantato hip-hop con una base funky e palesi influenze fusion. Sicuramente ha in comune col funk-rock, la ricerca di quel groove ben coordinato che è il punto di forza e l'elemento di maggior spicco nei live della suddetta band, che si è già messa in luce nel 2007, con (tra le altre partecipazioni a selezioni per band emergenti), la notevole performance al V-Day romano di Beppe Grillo.

I Dionisia si immettono di diritto nella scia di personaggi come Frankie Hi-Energy, Caparezza e, (anche se con un diverso approccio) i Colle der Fomento, per l'impegno sociale che ispira le loro liriche, e per la propensione a dire la loro anche politicamente, senza arroganza o saccenza ma in maniera schietta e lucida.

Il loro primo demo risale al 2006, e anche se l'approccio è comprensibilmente un po' timido, all'orecchio attento non sfugge la precoce maturità, l'attenzione alla produzione, seppur modesta e senza fronzoli, e la coerenza e il rigore dei testi, che si celano dietro un atteggiamento sornione e finto-demenziale. A proposito segnalo la track "Tutti sul carretto", che ben rispecchia, senza pretese profetiche o predicatorie, l'umore e le posizioni del giovane italiano medio (ma non mediocre), nei confronti della mentalità oggi imperante del consumo sregolato e del potere irresponsabile e cialtrone.

L'anno successivo, il 2007, I Dionisia compiono un notevole progresso se si considera il breve intervallo di tempo, e producono il secondo demo "Vengano i satiri".

La track "Musica pirata" ha come tema la vituperata "pirateria" ("Scambiare files musicali in rete è come rubare"... Ma vaffanculo). L'avidità delle multinazionali dei discografici è ormai sotto gli occhi di tutti (gli esseri di buon senso), eppure nei cinema vengono proiettati ridicoli spot che cercano inutilmente di colpevolizzare chi scarica da peer2peer.

La track "Tutti fatti di metilfenidato" è sicuramente la più interessante, sia a livello musicale che di contenuti. A un solido groove funky si affianca la voce che rappa su un tema che può sembrare retorico ma è inquietantemente attuale, ossia il bisogno dei piccoli di una costante attenzione e presenza da parte dei genitori, che antepongono (a volte anche comprensibilmente) la carriera e i loro ego all'educazione dei figli. Un tema spesso sottovalutato, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: il crescente disagio giovanile, la preoccupante propensione dei ragazzi a isolarsi in una bolla, a fuggire la fatica e la sofferenza l'accettazione della quale è indispensabile per crescere consapevoli e responsabili. Quindi il rifugiarsi nelle droghe e nell'alcool, che altro non sono che anestetici della psiche, abusati quando si vuole fuggire dalla coscienza che ti dice che le cose non vanno, e dall'immaturità e scarsa forza di volontà che ti rendono impotente. L'assenza di una guida amorevole produce infatti nel ragazzo uno smarrimento che può essere superato solo con una notevole forza di volontà, umiltà e impegno, ma che senza una solida presenza familiare alle spalle è molto ma molto difficile.

In definitiva, una band emergente che causa gli impegni lavorativi e personali dei rispettivi membri ha poco tempo da dedicare a sè stessa, ma che se sviluppata può regalare grandi soddisfazioni.

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