Mi stupisce che nessuno abbia ancora scritto niente sui Dirty Projectors. Buffo che debba farlo proprio io che non ho tanta esperienza da critico. Si perché quest'album è di una densità micidiale e quello che ho da dire è poca cosa.

E' mai possibile, oggi come oggi, fare qualcosa di estroso nel panorama "chitarra+basso+batteria+voce+chitarradistorta"? E' una domanda incomprensibile ma me la sono fatta e la risposta è stata affermativa. 

Il quintetto di Brooklyn si era già fatto notare in precedenza. Il trio vocale formato da Amber, Angel ed Haley costituisce, insieme ai falsetti di Longstreth, un marchio di fabbrica. Ma i livelli raggiunti con quest'album superano ogni aspettativa

Sono le voci, in gran parte femminili, a rendere questo lavoro pieno di intuizioni brillanti. La chitarra a volte è funk, a volte beat, hard; la ritmica dub, soul, prog, hip-hop. Le voci giocose, dolci e afro. Cori delicati e taglienti dialogano insieme alle incursioni tutte personali di Longstreth creando una scenetta particolare: sembra quasi di vederli discutere, e alla fine vanno avanti uniti nella stessa direzione. Quando pare che stiano sperimentando in realtà ti rendi conto che non c'è niente di incompiuto, lasciato al caso. Dissonanze e inciampi ritmici senza virtuosismi. Un laboratorio creativo che ha tanto da insegnare. Tutto fa parte della melodia, pulita e compatta. Pop.

Bitte Orca è bellissimo.

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