I Dirty Three mi sanno di Canada più che di Australia. Tutti conoscete più o meno i Dirty Three no? No? bene: chitarra: Mick Turner; violino & piano: Warren Ellis; batteria & affini: Jim White; voce: nessuno. Lo sporco trio torna con un album fatto di canzoni vere e proprie, indipendenti l'una dall'altra, e che non c'entrano niente l'una con l'altra: ognuna vive di vita propria. Lo sporco trio cambia un po': decide di triplicare il numero dei pezzi rispetto al loro standard e ne compone 19. 19 piccoli bozzetti, 19 perlette, 19 inni all'arte figurativa. Sembra proprio che il nostro amico Ellis insieme ai suoi soci abbia deciso di trasformare in suono alcuni quadri di Van Gogh, Monet e compagnia impressionista. ne risultano tre tipi di pezzi in generale:

Pezzi romantici: il violino ne fa da padrone, gli altri strumenti un morbido tappeto che impreziosisce il tutto. Ricordi affiorano qua e là, sorrisi anche, malinconia soprattutto. Molte volte il semplice è bello, è estetico. E' proprio il caso di tirare fuori l'estetica nel suo significato più radicale. Staticità è la parola chiave.

Pezzi accademici: la chitarra viene un po' confinata, mentre violino e batteria sembrano duellare con estremo piacere, sfidandosi a chi si allontana maggiormente dalla classica struttura armonica. Ne risulta una straordinaria visionarietà, che evoca limbi inesistenti sulla Terra.

Pezzi dinamici: la staticità tipica di 17 pezzi dell'album si sgretola facendo si che 2 pezzi di esso (2 pecore nere, non in negativo eh) si basino sulla dinamica. Uno è "Doris", in cui la chitarra scandisce x la prima volta un riff: elettricissimo, che sa di folk irlandese. Le gambe si muovono, e lo stomaco reclama birra scurissima. L'altro pezzo è "The Zither Player", capolavoro: qui il folk si fa quasi di stampo est-europeo, zingaro. Gli strumenti rotolano e ti viene voglia di correre, poi deciderai dove.

Unici pezzi prescindibili sono "Amy", che non mi dice tanto, e "Great Waves", unico cantato (da Cat Power), in cui la voce diventa protagonista e gli strumenti si limitano ad accompagnare, e questo non va bene.

Per il resto... se cercate ricordi felici, forti, intensi... qui riaffioreranno. Se cercate anche la tecnica strumentale, il dolce piacere nell'individuare ad ogni ascolto un nuovo incastro tra due diversi strumenti... qui vi rasserenerete. Se cercate una "cioccolata calda" sonora, in questo gelo, qui la berrete. Se vi volete bene, qui scoprirete qualcosa di nuovo di voi. Che altro dire? Niente, basta dai. Saluti

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