Nel 1993, a Melbourne, nascono i Dirty Three. Un trio formato da musicisti, già, abbastanza famosi in Australia, ovvero: al violino distorto il carismato leader Warren Ellis, fulcro fondamentale per la band, che sucessivamente entrerà a far parte dei Nick Cave and The Bad Seeds nel 1995 (numerose sono in oltre, le partecipazione in compagnia del cantautore australiano); Jim White alla batteria che accompagna i lamenti di Warren con delle spazzolate sfiziose e alla chitarra elettrica Mick Turner, nonchè autore delle copertine dei Dirty Three e colonna portante di un'altra band, The Treen Brothers, formata da lui e appunto White, con cui sfornarono buonissimi album (un esempio 'The Swimmer' nel 2005).

Ciò che stupisce nel sentire la musica del trio australiano è la passione, l'amore, il cuore con cui suonano, i pezzi mettono tutti in primo piano il violino di Ellis, che a tratti è strappa lacrime, rendendo unica la musica dei Dirty Three; le atmosfere sono molte cupe e nervose anche se si sfocia spesso nel romantico. Nei '90, i Dirty Three, lavorarono a quelli che oggi sono considerati, i migliori album di quel decennio. Un esempio è sicuramente è 'Ocean Songs' uscito nel '98, ma ancor prima nel '96 'Horse Stories', con cui i Dirty Three si affermano una band ad alti livelli. Ellis con il suo violino riesce a trasmettere delle sensazione, degli umori, dei sentimenti degni di una voce umana, non facendo assolutamente sentire la mancanza di quest'ultima nerlla musica del gruppo. L'ultimo lavoro dei Dirty Three è stato 'Cinder', uscito nel 2005, con cui il Ellis e Co. avevano abbastanza deluso, in questi sette anni i membri dei Dirty Three non si sono girati certo i pollici, infatti Turner ha aperto una sala di registrazioni, continuato la carriera da pittore e da chitarrista nei Treen Brothers in compagnia di White e per finire Ellis, oltre che a fare concerti con i Bad Seeds ha collaborato appunto con Cave a delle colonne sonore ('The Assassination of Jesse James', 'The Proposition' e 'The Road' ).

Quest'anno tornano con il loro nuovo album 'Toward The Low Sun', sicuramente uno dei più aspettati del 2012. L'album, registrato negli Head Gap Studios e formato da 9 tracce, è prodotto dalla Bella Union ed è considerabile un ritorno alle origini da parte dei Dirty Three, la musica è abbastanza arrabbiata e confusionaria e ricorda vagamente le atmosfere vissute in 'Sad & Dangerous', ma certamente non mancano le ballate oceaniche che caraterizzano la musica dei Diry Three. Vi è l'inserimento di nuovi strumenti come il piano. Tutto inizia con 'Furnace Skies', uno dei pezzi più interessanti, Turner e Ellis sembrano quasi sfogarsi con suoni nervosi e distorti, che si scontrano sulle percussioni di White per poi affacciarsi alla tastiera, che riproduce note che ricordano molto la psichedelia anni '60. In seguito vi è 'Sometimes I Forget You've Gone'. Eccola. Eccola la dolcezza dei Dirty Three. Un White davvero molto in forma accompagna quasi disinteressato le note emanate dalla chitarra elettrica di Turner, tutto ciò incorniciato da un piano commovente che passa in primo piano. Giungiamo a 'Moon On The Land', una ballata molto piacevole da udire, in cui un'acustica davvero niente male di Turner accompagna le 'parole' di quel pazzoide di Ellis, che riproduce assoli passionali e molto coinvolgenti. 'Rising Below' è invece basata sull'unione di due violini, due violini che verso la fine del secondo minuto scoppiano dalla contentezza non avendo più limiti, creando una atmosfera molto bella quanto esageratamente felice.

Il quinto brano 'The Pier' è uno dei più riusciti dell'album, il trio è in perfetta sintonia, il fattore donimante è ancora il violino di Ellis, anche però White si concede a degli assoli molto frequenti e Turner assume molto importanza con il suo accompagnamento distorto, ricorda molto le canzoni dell'oceano, molto. 'Rain Song' è un pezzo molto semplice, che dà l'aria di un qualcosa di già sentito, basato fondamentalmente sui lamenti di Ellis, accompagnati da pizzicati di Turner e carezze di White con le spazzole. Il terz'ultimo brano è 'That Was Was', una composizione molto aggressiva, ma assolutamente in senso positivo. In parole semplici Ellis fà l'Hendrix del violino (completamente distorto). Ashen Snow è invece, quello che io considero, il brano più bello dell'album e uno dei più belli dei Dirty Three. Suoni nostalgici e note strappa lacrime danno vita a un pezzo commovente. Vi i è l'introduzione del piano, che continuerà a farsi sentire fino alla conclusione del pezzo, entra in gioco il violino che si mescola con i baci che le spazzole danno alla batteria, Turner nuovamente all'acustica, e tutto ha inizio. Davvero bello. L'album termina con 'You Greet Her Ghost', pezzo abbastanza leggero e piacevola da sentire, che sembra sancire non solo la fine dell'album ma anche la carriera dei Dirty Three, si dice infatti che questo sarà l'ultimo album del trio australiano.

'Toward The Low Sun' è sicuramente uno degli album più affascinanti e migliori di questo 2012, non è considerabile certo un capolavoro, e neanche un 'Ocean Songs II', ma rimarrà sicuramente un ottimo lavoro, con un ascolto piacevole e le solite perle che i Dirty Three non dimenticano mai di regalare. I buoni ascoltatori di musica e i fans non rimarranno delusi.

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