Se il melodic death metal è ai ferri corti, se le ultime uscite dei vari Soilwork, Dark Tranquillity, Arch Enemy, Burden of Grief, The Haunted non vi hanno soddisfatto e avete già usurato tutti i cd/Lp delle premiate ditte In Flames/ At the Gates (volendo anche Sentenced), allora potete virare alla scoperta di questo combo italiano, con all'attivo altri 2 ottimi lavori editi dalla nostrana Scarlet Rec, positivamente valutati dalla stampa specializzata europea, che presenta nelle sue file nientepopodimenoche il signor Bjorn "Speed" Strid dei Soilwork alle vocals.
Ora, ad onor del vero la sua presenza non incide più di tanto nel songwriting della band piemontese, completamente nelle mani del davvero eclettico Ettore Rigotti (tutti gli strumenti e clean vocals) e dello screamer nonché autore unico delle lyrics Claudio Ravinale.
Dal punto di vista prettamente musicale, ci troviamo di fronte ad un prodotto estremamente maturo, ottimamente prodotto, registrato e mixato presso i famigerati Fredman Studio, dirompente nei suoni di chiara matrice swedish, ma assolutamente non privo di una propria identità: è vero, stiamo parlando di un genere ormai al crepuscolo (tant'è vero che molti maestri del genere lo stanno abbandonando sempre più velocemente per accogliere le influenze a stelle e strisce del più catchy metalcore), oltremodo esplorato ed abusato, nel quale la ricerca dell'originalità si è fermata quasi sul nascere.
Ma questo è il punto: i nostrani Disarmonia Mundi, non perdono certamente tempo in una vacua ricerca di una formula che possa innovare, portare aria fresca negli stilemi classici del genere in questione. No, molto più prosaicamente e modestamente, i nostri cercano solo di rendere il loro melodic death metal quanto più efficace e coinvolgente possibile: quindi, rispetto ai precedenti lavori (in particolar modo nel confronto con il secondo album "Fragments of D-generation") con l'ottimo "Mind Tricks" i nostri hanno maggiormente centrato l'attenzione verso un'eccellente messa a fuoco della melodia "ruffiana" al servizio di una notevole dimostrazione di potenza, senza dimenticare un certo gusto nel confezionare tutte le 11 song (per una durata complessiva di 45 minuti) contenute nel disco in questione. Synth, effettistica varia, uso complesso delle vocals, che molto giocano tra il growl di Strid e quello più attinente ad un background death/black di Ravinate, vengono in ausilio a songs di per se ben congeniate e realizzate.
Davvero stupefacente il lavoro svolto da Rigotti: suonare tutti gli strumenti con la precisione e la pulizia da lui tenute non è da tutti, nonostante si possa obiettare malignamente che la tecnologia oggidì fa miracoli anche in questo senso.
Dunque, da segnalare con nota di merito il trittico iniziale, cioè "Resurrection Code", la title track e "Celestial Fornace" (della quale è stato fatto anche un gustoso video), per la notevole potenza d'impatto e le affascinati melodie, la eighty flavuored "A Taste of Collapse" e la catchy "Venom Leech and the Hands of Rain", mentre pollice verso per l'assolutamente derivativa (quasi un plagio ai danni degli At the Gates) "Last Breed". Da notare la presenza come ultima traccia dell'album della cover di "Mouth of War" dei Pantera: si può tranquillamente dire che lo spirito battagliero di Phil Anselmo e soci viene qui perfettamente rappresentato senza nessun minimo cambiamento, anzi, anche la tipologia di suoni si avvicina clamorosamente all'originale. Fedele riproduzione.
In conclusione, consiglio vivamente "Mind Tricks" a chi si vuole fare tre quarti d'ora di head banging di classe, cantando a squarcia gola i tanti refrain ivi presenti.
Non ve ne pentirete.
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