Che poi c’è l’amore.
Quello vero, quello che ti capisci con uno sguardo. L’amore che non ha bisogno di chiedere, quello che non servono parole.
Anche se sei incazzato, e sei incazzato e basta. E non c’è niente da spiegare: ti sei svegliato così. Che c’è da dire?
E’ che certe volte la merda ti soffoca.
Magari hai solo le tue “cose” (ce le abbiamo pure noi maschi), o è che ti fa male lì, sempre lì.
Stai incazzato, si fotta il Mondo. Tanto non hai più vent’anni, e l’hai finita di volerlo cambiare, il Mondo. Adesso ti basterebbe solo che, per cinque minuti, il culo non ti facesse più male per i calci.
Parlare? Che ne parli a fare.
Basterebbe un pompino.
Uno grezzo, ignorante, cattivo. Che i denti ti graffiano.
Veloce. Di nascosto, sotto un tavolo. Che le ginocchia si sbucciano. Senza virtuosismi, senza carezze, dritto, annichilente, ottuso. Uno così, che dopo non hai bisogno di pensare.
Sporco.
Che solo ad un imbecille gli verrebbe in mente di pulire.
Ma come fai a chiederlo? Dovresti parlare, spiegare…..
E allora ti spari in faccia una cosa come “See Nothing, Hear Nothing, Say Nothing” dei Discharge.
Musica grezza, sporca, ignorante, cattiva. Che i denti ti graffiano.
Senza assoli, senza virtuosismi, senza carezze. Veloce, annichilente, ottusa. Che ti scuote, che urla, che riempia la stanza. Che non hai bisogno di pensare.
Che ti sporca e non c’è niente da pulire.
“FREE SPEECH, FREE SPEECH FOR THE DUMB! FREE SPEECH FOR THE DUUUMB!!”
Così! Che, almeno per cinque minuti, il culo smetta di farti male per i calci.
E ok, però non diciamo stronzate: non è mica la stessa cosa!
Per fortuna che c’è l’amore, quello vero. Quello che non ha bisogno di parole.
Quello che non c’è bisogno di chiedere.
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