“Radikale Randgruppe” segna il ritorno di una vera e propria band di culto; i norvegesi Disiplin! Parlo di cult band non a caso, i Disiplin furono uno dei gruppi della leggendaria, e orami defunta, Moonfog (label di proprietà di Satyr dei Satyricon). Inoltre nel corso del tempo hanno militato in line-up anche ex membri di Emperor e Dissection. Scusate se è poco!
Dopo la chiusura della Moonfog i Disiplin, ormai divenuti una one man band, vengono reclutati dalla nostrana ATMF per la quale rilasciano “Radikale Randgruppe” il loro quarto album e senza alcun dubbio anche la loro uscita più interessante, considerando anche che i loro precedenti lavori erano piuttosto acerbi e anonimi. Infatti, come spesso accade, le cult band sono progetti piuttosto inutili che acquisiscono tale status di culto solo grazie a fattori che hanno poco a che vedere con la proposta musicale; in questo caso le motivazioni sono quelle elencate pocanzi riguardanti line-up ed etichetta.
“Radikale Randgruppe” si discosta sensibilmente dal concetto classico di Black Metal e va ad esplorare territori ben più estremi e di nicchia riguardanti l’elettronica più radicale e sperimentale. Definire questo disco come Black Metal è senza alcun dubbio erroneo, la proposta musicale è decisamente più vicina all’Harsh Noise, quello ruvido, gelido,senza mezzi termini, quello davvero estremo e ostico. Il Black Metal è solo la base compositiva e strutturale dei brani, ma anche tale base è talmente ruvida e gracchiante che non fa altro che fondersi con i suoni elettronici creando un muro sonoro a dir poco abrasivo. Il sound di “Radikale Randgruppe” è indubbiamente di difficile assimilazione e altrettanto complessa digeribilità, un disco per pochi, per appassionati, che troveranno sicuramente pane per i loro denti. Nonostante i Disiplin siano novizi in queste sonorità, se la cavano splendidamente non cadendo mai nel banale e non apparendo mai noiosi, grazie anche ad alcuni brani estremamente azzeccati tra cui spicca su tutti la punta di diamante dell’album “Me Ne Frego!” pezzo che prende il nome da una celebre frase di D’Annunzio.
Questo è un album riservato esclusivamente agli amanti delle sonorità più estreme ed oltranziste, per tutti coloro che preferiscono restare sul classico sconsiglio vivamente questo lavoro, risulterebbe a dir poco indigesto. Non consiglio l’acquisto nemmeno a tutte le persone che rimarrebbero turbate o infastidite da un immaginario e un’iconografia con chiarissimi riferimenti all’estrema destra, come appunto si può capire anche solo guardando la copertina o leggendo i titoli dei brani. Viceversa faccio presente a tutti gli appassionati del genere che “Radikale Randgruppe” oltre ad essere un album estremamente valido ha anche un estetica curatissima grazie anche allo splendido formato Digibook.
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