Una croce imponente di granito troneggia da tempo immemore al centro del cimitero della mia città; ed in mattinata, come sempre, non ho mancato di sostare per qualche secondo davanti a lei. In queste giornate di commemorazione di tutti i defunti mi sono venuti in mente i Dismember; in particolare un loro EP con un artwork "cimiteriale" dove vetuste croci sbucano dalla nuda terra. Sotto un cielo carico di nere nuvole, annunciando l'arrivo della pioggia.

Non c'è bisogno di spendere troppe parole introduttive nei confronti della band svedese; insieme agli Entombed hanno creato il Death Metal scandinavo così riconoscibile grazie a quel suono di chitarre crushing e dirompente. Un sanguinario marchio di fabbrica che è stato faro e guida per decine di band sorte dopo di loro.

Siamo nel 1995 alla vigila della pubblicazione del terzo disco dei Dismember; quel "Massive Killing Capacity" che al momento dell'uscita mi lasciò con molti dubbi, visto la convinta ricerca del gruppo di un suono più accessibile, più controllato, meno dirompente che nei precedenti due album. Un lavoro in qualche modo interlocutorio e non riuscito per quanto mi riguarda.

Ma questo EP, uscito qualche mese prima del terzo full lenght, non risente della svolta per così dire commerciale del gruppo; poco meno di dieci minuti suddivisi in tre brani. Una produzione finalmente degna di nota che mette in demoniaco risalto l'impasto sonoro micidiale dei Dismember.

Il ferale pasto viene inaugurato dal brano "Casket Garden" che si apre con uno dei riff della sei corde più conosciuto ed implacabile mai udito nella discografia dei cinque ragazzi. Un Death-Doom dalle movenze gigantesche che mette in risalto anche il livido growl di Matti; un cantato comunque sempre intelligibile nonostante la sua mostruosa pesantezza.

Con la successiva "Wardead" vogliono ricordare a tutti che loro sono tra i migliori artefici del classicissimo suono Death Metal; ed allora ecco che ci deliziano con i due minuti e mezzo di questa bomba nucleare che esplode durante il suo infestato procedere. E la velocità continua a salire, fino ad un finale dove gli strumenti vengono abusati, unendosi alla voce per creare un muro sonoro pauroso. Pura e semplice follia "dismemberiana"...

"Justifiable Homicide" chiude il trittico: un mid-tempo che racconta di un omicidio fatto per legittima difesa (allegria!!). Ancora una canzone che non trova ostacoli e resistenze nel suo aggressivo incedere; come dei rulli compressori...LIKE AN EVER FLOWING STREAM...

Ad Maiora.

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