Punk da cameretta. Lo fi, rumoroso, sintetico (2 minuti e mezzo massimo per canzone). Disco quasi estemporaneo, forse registrato in presa diretta (così sembra a giudicare dalla “botta” e dalla spontaneità che si respira ascoltandolo). Ma quanto basta per farci comprendere che Dissociative, con in testa, più per istinto che voli pindarici e piani a tavolino, un concetto chiaro, semplice; lessi s more. Meno è meglio. Un concetto che, sia pur legato al minimalismo, è ben legato al situazionismo punk. La situazione di Dissociartive è quella di un duo (uomo, donna), batteria e chitarra distorta, buone melodie pop, una naturale propensione al noise. Riferimenti sono abbastanza chiari. Green Day, ma anche i Nirvana. Niente di nuovo sotto il sole? Why not? Tanto oggi nessuno inventa più niente. Gli hipster delle metropoli del mondo se la tirano con un cervellotico indie che non sa di niente e non imbroccano una canzone carina neanche a pagarli. Dissociative, persi nelle montagne della loro zona almeno , con questa manciata di 10 canzoni, imbroccano quasi sempre la melodia giusta. E tanto basta per farceli apprezzare più di qualche band cool che magari fa sbrobolare qualche recensore di qualche sito “in” americano (vedi Pitchfork o, senza andare tanto lontano, Rockit).

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