Le Dixie Chicks, gruppo tutto al femminile, nasce a Dallas agli inizi degli anni Novanta. Dopo alcuni dischi passati abbastanza inosservati e dopo un cambio di formazione, le Dixie Chicks trovano finalmente la stabilità interna solo nel 1998. E' in quell'anno infatti che le belle e brave Martie Maguire, Emily Robinson e Natalie Maines, figlia del grande Llyod Maines raggiungono un successo di pubblico inaspettato e di notevoli proporzioni con gli album "Wide Open Spaces", capace di vendere in pochi mesi dodici milioni di copie e, l'anno seguente con "Fly", spinto nelle zone alte delle classifiche dal singolo "Ready To Run".
Benchè si tratti di due buoni prodotti, la musica proposta dal trio rimane troppo legata ai classici e tipici stereotipi country-rock tradizionali, senza grosse pretese o grandi impegni. Solo con la pubblicazione del successivo "Home", la musica delle Dixie Chicks inizia a percorrere nuove interessanti strade. "Home", rispetto alle prove che lo hanno preceduto, è un disco prevalentemente acustico, raccolto e ricco di brani suggestivi che trattano con sincerità di rancore e ribellione. Un'opera di rottura con il passato. Accanto a questa riuscitissima e nuovamente acclamata uscita discografica, va però segnalato un episodio fondamentale che ha dato una svolta positiva ed inaspettata alla carriera del trio texano. Durante un concerto a Londra nel 2003, Natalie Maines si rivolge al suo pubblico con queste dure parole: "Giusto perché lo sappiate, ci vergogniamo che il presidente degli Stati Uniti venga dal Texas". Naturalmente la polemica nei confronti di George W. Bush non passa inosservata e scatena un uragano di polemiche negli stati più conservatori degli U.S.A. Le tre ragazze vengono accusate di antipatriottismo, la loro musica viene boicottata dalle trasmissioni radio e alcuni contratti pubblicitari milionari vengono immediatamente cancellati. Praticamente Natalie, Martie ed Emily vengono messe al bando e crocifisse pubblicamente da buona parte dei mass-media.
Fortunatamente vengono comunque difese e adottate subito dall'ambiente della musica rock più impegnata e più incline alla polemica tanto che nel 2004 partecipano al "Vote For Change Tour" insieme a Bruce Springsteen, John Mellencamp, Pearl Jam, R.E.M., Dave Matthews e Jackson Browne.
"Taking The Long Way" nasce anche da queste esperienze. Prodotto sapientemente dal grande Rick Rubin, questo album segna un deciso cambio di rotta rispetto al passato. Si tratta di un'opera di pop-rock classico ben riuscito, assai piacevole e ricco di venature tipiche del sound della west-coast. Rubin, ripulisce il sound del gruppo e pone il suo sigillo di qualità su un disco di facile presa ma non per questo banale, in cui il tipico country-rock è ridimensionato dalla sua cura. Concorre inoltre ala buona riuscita del lavoro la presenza in sala di registrazione di ospiti graditissimi come Mike Campbell, Benmont Tench, Gary Louris, Steve Berlin, Neil Finn, Bonnie Raitt, Chad Smith, Pete Yorn, Keb'Mo' e Sheryl Crow. Musicisti validissimi che offrono ai perfetti e graziosi impasti vocali delle tre ragazze un tappeto musicale notevole.
Brani come il singolo "Not Ready To Make Nice", "The Long Way Around", "Easy Silence", "Everybody Knows" e la stupenda "Baby Old On" danno la misura di un lavoro assolutamente piacevole e riuscito in cui bellezza è anche sinonimo di qualità.
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