DJ Krush è un personaggio poliedrico ed imprevedibile che, con la sua sterminata discografia, ha rivoluzionato il modo di concepire e produrre musica rap, accostando ai tipici 4/4 del genere suggestioni di world music e jazz, che troveranno la loro consacrazioni nello straordinario Kakusei.
Meiso, datato 1995, è il terzo album del geniale produttore giapponese, ed anche il suo primo vero capolavoro dopo gli ottimi Strictly Turntablized e Krush, un lavoro oscuro e a tratti stupefacente, che segna la definitiva crescita del Krush artista, e la concreta maturazione di un sound ricercato e immediatamente riconoscibile.
Il disco si struttura in dieci tracce effettive, intervallate da quattro brevi interludi (Bypath 1, Bypath 2, Bypath 3 ed il conclusivo Bypath – Would You Take It?), e sorprende per la sua cupezza a tratti ipnotica, che sembra quasi condurre l’ascoltatore in uno stato di trance mistica e disturbante al tempo stesso. Le robuste ritmiche dell’introduttiva e splendida Only The Strong Survive si fondono alla perfezione con atmosfere orientaleggianti e strumenti tipici della cultura giapponese, il tutto accompagnato dalle superbe rime di CL Smooth, per un risultato sbalorditivo.
Le partiture ultraminimali di Anticipation introducono quel gioiello assoluto che è What’s Behind Darkness, incredibile e suggestiva sintesi tra jazz e doppia H, che farà spingere più volte il dito sul tasto repeat del vostro stereo. Le restanti tracce dell’album non sono da meno, Black Though e Malik B dei Roots infiammano con le loro metriche serrate la coinvolgente title-track, Ground vede Teflon Sallahr dominare il sound ovattato della superbase di Krush, nella bellissima Most Wanted Man troviamo al microfono addirittura Big Shug e Guru direttamente dalla Gang Starr Foundation, e con 3rd Eye si entra nella parte più riflessiva dell’opera, che culmina nella fantasmagorica Duality, interminabile suite in più movimenti prodotta a quattro mani con DJ Shadow, a tutti gli effetti il momento più profondo ed emozionante di Meiso.
DJ Krush, insomma, non si smentisce, e anzi si supera, pubblicando un disco stupefacente da ogni punto di vista, forse non molto gradito dagli integerrimi puristi del rap, ma senza dubbio tra i primi ad aprire nuove orizzonti e vedute ad un genere che, altrimenti, avrebbe rischiato solo di ripetersi, riciclando sé stesso. Da possedere.
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