La ricerca della sintesi

Il mondo dell'hip hop presenta da sempre una forte predisposizione alla contaminazione: tutti gli stili musicali possono trovare un'interazione con questo genere considerato a ragione il più aperto. La maggior parte delle produzioni hip hop si rifanno comunque ad un comune denominatore: “The Game”, il gioco della jungle-city con le sue gang, le sue storie di crack, di sparatorie, di ostentazione di stile, denaro, sesso, valori e affermazione della razza. Da una parte ci sono i gruppi che in questo gioco ci sguazzano e dall'altra quelli che lo criticano o lo ironizzano senza pietà. Ma c'è anche chi non si immischia del tutto e si concentra esclusivamente sul fronte creativo e sulla contaminazione. Eccovi un esempio rappresentativo, un disco amato anche da chi l'hip hop in genere lo evita: Blend Crafters di DJ Nu-Mark & Pomo pubblicato dalla Genuine Records. Vi invito alla sua scoperta.

DJ Nu-Mark dei Jurassic 5 (tra l’altro, Numark è una nota marca di accessori per Dj) e il co-produttore/amico Pomo con questo album si elevano a maestri e impartiscono una grande lezione sull'arte del break sia per la old school sia per la new school. Un hip hop senza tempo, genuino, che parte dalle reminiscenze di quello spiritual blues nato nelle prigioni, come nel brano-capolavoro Bad Luck Blues dove si sovrappongono chitarra acustica, basi hip hop e canto, e che passa dalle influenze funky alla James Brown a sonorità da horror b-movie anni '60, al loungin' di Jazzmatazz, alle sperimentazioni di Dj Shadow, ai vocalizzi jazz sapientemente trattati su base piano e orchestra, come nella stupenda Pow.
Andando oltre troviamo un'azzeccatissima rivisitazione di Imagine di John Lennon dove a cantare è un sax, accompagnato da piano e naturalmente da una base tournablist. Altro gioiellino a chiudere l'album è Unwind, un sognante brano strumentale in stile pianobar con al centro un anacronistico organo.
In totale undici tracce, tutte concise all'essenziale con una durata sui tre minuti… sì, purtroppo l'album dura solo una trentina di minuti, anche se intensissimi, e dopo l'ultimo brano ne vorresti ancora e ancora. È anche vero, però, che è tipico dei buongustai alzarsi da tavola con ancora un poco di appetito. E noi siamo dei buongustai, vero?

La mia speranza è che quella scritta “Volume One” in copertina stia a significare che è presto in arrivo una seconda portata di questo prezioso sodalizio DJ Nu-Mark & Pomo: dall'approccio creativo si capisce che siamo di fronte a personaggi che conoscono con cognizione di causa l'argomento e sanno dove pescare nella memoria musicale passata e moderna, e sapranno, quindi, offrirci ancora una lezione di stile simile a questa.
Imperdibile.

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