Una raccolta di alcune tarde esecuzioni della coppia Django Reinhardt-Stephan Grappelli, praticamente gli esponenti più illustri della scena jazz europea degli anni '30 e '40. Le registrazioni rappresentano una selezione di 23 pezzi sui circa 50 registrati a Roma nell'inverno 1949 con una sezione ritmica italiana. L'ultima volta che i due registrarono assieme prima della morte di Reinhardt nel 1953.
La raccolta raccoglie molti dei pezzi più rappresentativi di Reinhardt, come Minor Swing, Daphne, Djangology, Swing 42, Swing Guitars e rappresenta un'ottima introduzione all'opera di tale musicista. Notevole pure la sua versione di Honeysuckle Rose e interessante l'improvvisazione sulla "Patetica" di Tchaikovsky. In particolare l'orecchio allenato può notare che lo stile del chitarrista è un po' mutato dopo essere venuto in contatto nel viaggio negli Stati Uniti con influenze Bebop. La qualità della registrazione è discreta, specie se paragonata alle prime incisioni del duo negli anni '30.
Tutto sommato questa è una delle migliori raccolte su singolo CD che mi è capitato di ascoltare e la consiglio nel caso non abbiate ancora niente di Django e vi sia venuta voglia di ascoltarlo. Les Paul lo definì il miglior chitarrista del mondo, forse a ragione. Aggiungiamo la romanzesca storia dell'incendio nella carovana che lo privò dell'uso di due dita, sicuramente ne abbiamo materiale a sufficienza per elaborarci sopra una mitologia (nonchè una morale per il chitarista, il suono sta nella testa, non nelle dita...).
Il Jazz Manouche è un genere in vita ancor oggi attraverso chitarristi magari poco conosciuti al grande pubblico, come Lagrene Birelli, Angelo De Barre, Maurizio Geri e gruppi come il Rosenberg Trio. Reinhardt non sarà stato un musicista rivoluzionario come Duke Ellington o Charlie Parker, però la sua influenza è senza dubbio durata nel tempo.
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