"Risposta pratica a delle giuste critiche": con questo sottotitolo (all'incirca) Shostakovich presenta il lavoro che gli avrebbe conferito la notorietà meritata al pubblico. Le critiche alle quali si riferisce sono quelle mosse ai suoi precedenti lavori dalla critica sovietica, che definisce la sua musica "caotica" e "piccolo-borghese": l'artista cerca, in questa sinfonia, di allineare il suo stile con quello della musica sovietica, tornando ad una scrittura più lineare e "classica", nonché inserendo all'interno della sua opera temi tipici della musica del periodo. La sinfonia può essere però letta come una sorta di caricatura della musica del periodo, attraverso la quale Shostakovich intendeva criticare la rigidità del regime stalinista. Se da una parte una contestualizzazione storica è assolutamente necessaria per comprendere a fondo il carattere di quest'opera, trovo il suo aspetto "politico" sia molto spesso esasperato, togliendo spazio al suo effettivo valore artistico e relegandola a semplice "musica di contestazione". Trovo invece che Shostakovich abbia raggiunto la maturità con quest'opera, nela quale ha sacrificato in parte la carica innovativa presente in alcune sue opere precedenti in favore di una maggiore coerenza e limpidezza. Il Moderato iniziale, della durata di circa un quarto d'ora, si presenta nella classica forma sonata, introducendo subito un tema carico ed aggressivo, per poi stemperarsi in un secondo tema più dolce e chiudersi infine in un finale sospeso e quasi "mistico". Il secondo movimento, in forma di scherzo, ha un sapore agrodolce: a un tema quasi scanzonato si contrappone un'atmosfera più pesante e grottesca, ed il compositore fa prevalere a tratti un aspetto, a tratti un altro, a tratti li fa coesistere. Esso ha una durata piuttosto breve, e sembra preparare l'ascoltatore al Largo che lo segue, a detta del compositore il movimento più riuscito della sinfonia. In esso si ha una sensazione di sospensione, a causa delle frasi lunghe e lente quasi fino all'esasperazione, raggiungendo nel mezzo l'apice della tensione accumulata durante la prima parte e tornando ad un'atmosfera analoga a quella iniziale nel finale, aperto e carico di tensione, che si manifesta nell'aggressivo inizio dell'ultimo movimento, un Allegro non troppo. Questo si può dividere in due sezioni, che presentano un tema teso che si tramuta in un tema enfatico ed inneggiante, fino allo spettacolare ed "ottimista" finale. La Quinta, se da una parte presenta una duplicità che esprime la tensione del clima politico dell'epoca, dall'altra è una delle composizioni più riuscite e tecnicamente ineccepibili del compositore russo.
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