Più o meno a vent'anni dalla sua nascita, l'acid-jazz non è altro che un ricordo sbiadito: cosa rimane ora di quella miscela raffinata, colta e ballabile che mischiava intelligentemente nuove ritmiche elettroniche alle atmosfere del soul, la veemenza di bordate rap su paesaggi elegantemente jazz? Niente di più che un nome, oltretutto bistrattato e considerato alla pari di Buddha Bar ed altre amene compilation.

Ma a tornare indietro nel tempo tempo si riscopriranno dischi fantastici, che avevamo dimenticato oppure lasciato passare indifferentemente. Uno di questi è "Criminal Justice", secondo lavoro per i D*Note di Matt Wienevski: preziosissima coniugazione di sonorità eterogenee e suadenti, irresistibili e dolcemente avvolgenti.

È una sorpresa la partenza concitata con la traccia che dà il titolo all'album: "Criminal Justice" innesta una trascinante voce raggamuffin su ritmiche sincopate che ricordano tanto il Goldie più raffinato. "Place In The City" è uno dei più bei manifesti acid-jazz che si possa immaginare: paesaggi onirici e soul accompagnano il leggiadro divagare della vocalist Pamela Anderson (sì, si chiama proprio così), una soffusa elettronica contamina il sapore completamente black del pezzo. "Deep Water", "Perspex" e "V" sono gli strumentali del disco: meraviglie capaci di fondere virtuosismi pianistici, delicate atmosfere e soluzioni quasi minimaliste.

Altrove pare di sentire il miglior Roy Ayers, ma è soltanto un (ottimo) apocrifo arricchito da incessanti percussioni africane ed una prova vocale indimenticabile (la conclusiva "The Garden Of Earthly Desire"). "Iniquity Worker" si ricongiunge alla titletrack nel suo incrociare drum'n'bass, voci giamaicane e strepitosi fiati funky. "Solomon's Blade" è perfetto jazz-soul per gli anni '90, emozionante e sinuoso come poche altre cose.

"Criminal Justice", a più di dieci anni di distanza dalla sua pubblicazione, è un disco che ancora incanta e suona senza tempo. Coloro che se lo sono persi, non commettano due volte lo stesso errore e lo recuperino al più presto. "Criminal Justice" è, nel suo piccolo, un discone.

Carico i commenti...  con calma