Io amo profondamente questa (ormai non più) ragazza del Tennessee: un po' per quel look eccentrico e sopra le righe (su cui lei stessa ha ironizzato con stile e leggerezza nell'album "Backwoods Barbie" del 2008), un po' per l'innata carica di vitalità e simpatia che sprizza da tutti i pori mista a quella sensualità ruspante e genuina a cui sono particolarmente sensibile, caratteristiche che si riflettono nelle sue canzoni, da "Jolene" a "The Seeker", da "Coat Of Many Colors" a "Love Is Like A Butterfly", da "Little Sparrow" a "Joshua", da "Applejack" a "Teach Me To Trust", che la proiettano di diritto tra le grandi icone del Country.
Il suo indiscutibile talento, la poliedricità del personaggio e la capacità di attraversare i decenni mantenendo pressoché intatto il proprio smalto sono qualità che volenti o nolenti non si possono non riconoscere alla deliziosa Dolly, ma d'altro canto con un repertorio comprendente 42 album in studio non ci si può certo aspettare che siano tutti opere di valore assoluto: uno degli episodi più "evitabili" della discografia partoniana è sicuramente l'album di cover "Treasures" del 1996, che rientra appieno nel limbo di quei dischi che non riescono mai a convincere appieno, di cui si ascoltano volentieri solo alcuni pezzi dimenticandosi completamente del resto: un disco riempitivo e di mestiere, sollevato da alcuni episodi di alta qualità e dalla voce di Dolly, una voce stupenda, sempre in grado di trasmettere emozioni, di far divertire, di dare la carica e di emozionare senza inutili barocchismi e vocalizzi.
Tra i "Treasures" dell'album quello che spicca maggiormente è "Peace Train" di Cat Stevens, arricchita di un pizzico di atmosfere afro grazie alla presenza del gruppo vocale sudafricano Ladysmith Black Mambazo e interpretata da Dolly con grande personalità ed entusiasmo e la deliziosa semiballad "Behind Closed Doors", forte di una melodia evergreen e di un ritornello trascinante che sembra scritto apposta per Dolly, mentre tra le innumerevoli ballate a spiccare sono l'acustica e sommessa "Just When I Needed You Most" e la calda e sensuale "For The Good Times", perfette per far affiorare il lato più romantico della biondissima regina del country, che offre in queste canzoni prestazioni vocali ricche di pathos e classe cristallina.
Sono da considerarsi tutto sommato positive anche il vivace country di "Satin Sheets" e l'atmosfera di "After The Gold Rush" di Neil Young ma, ahimè, il disco non va più in la di così, mostrandoci una serie di ballate piuttosto monocordi e ripetitive come "Today I Started Loving You Again", "Before The Next Teardrop Falls" e "Don't Let Me Cross Over", in cui non basta la pur sempre straordinaria voce di Dolly a salvare la situazione. Ancora peggio con "Something's Burning" e il suo ritornello urlato quasi irritante, ma il disonore di "Treasures" è sicuramente la scelta artisticamente suicida di coverizzare "Walking On Sunshine": Dolly, tesoro mio, con tutte le belle canzoni che ci sono, proprio questo bieco e pacchianissimo jingle pubblicitario dovevi andarmi a pescare? Almeno Sheryl Crow è riuscita a cantare "Sweet Child O' Mine" riuscendo a farla sembrare una canzone, qui la base di partenza è talmente terra terra da riuscire a sminuire anche una voce come quella di Miss Parton, e non è cosa da poco.
E va beh, ad una come Dolly ho perdonato anche marchette ben peggiori (leggasi partecipazioni ad episodi di Hanna Montana) e, nonostante la riuscita non propriamente eccelsa di questo "Treasures" lei resta comunque una grandissima interprete oltre che una songwriter coi controfiocchi, come dimostra una carriera costellata di stupende covers come una raffinatissima "Stairway To Heaven", una roboante "I Walk The Line" di Johnny Cash, completamente trasfigurata rispetto all'originale, una "The Great Pretender", che nulla ha da invidiare alla versione di Freddie Mercury fino ad arrivare a rifacimenti di classici country americani come le stupende "Tie A Yellow Ribbon Round The Ole Oak Tree" e "D.I.V.O.R.C.E." dell'amica e collega Tammy Wynette, che dimostrano ampiamente come la mia Dolly possa fare meglio, ma molto meglio di quanto ha fatto vedere in questo disco.
Carico i commenti... con calma